“Reddito di emergenza e crisi economica”: il commento di INCA (CGIL)
A partire dalla prossima settima sarà possibile presentare la domanda per ottenere il “Reddito di Emergenza”. Le domande dovranno essere inviate in modalità telematica, secondo le indicazioni che INPS metterà a disposizione in un messaggio esplicativo delle procedure.
Chi ha già beneficiato della misura non dovrà fare nulla e riceverà due mensilità aggiuntive, mentre chi ha maturato i requisiti richiesti nel mese di settembre dovrà produrre una specifica istanza, entro il 30 novembre 2020. INCA (patronato CGIL) spiega i 4 requisiti per poter accede al provvedimento:”In questo senso i nostri uffici di Patronato sono a disposizione degli utenti che vorranno fare richiesta per l’accesso al beneficio. Per essere ammessi alla fruizione del Reddito di Emergenza occorre:
1) Avere la residenza in Italia
2) Disporre di un reddito familiare nel mese di Settembre inferiore a all’importo del REM
3) Possedere un patrimonio mobiliare sotto i 10.000 euro, definito sul parametro familiare
4) Presentare un ISEE inferiore a 15.000 euro.
Riguardo questo provvedimento, INCA dà il suo commento, illustrando la situazione così:”In questi mesi abbiamo incontrato tanti cittadini, che vivendo un momento di grande difficoltà hanno trovato nel Reddito di Emergenza l’unica risposta di sostegno ai propri bisogni materiali e di sussistenza. E’ il segno di una grave crisi economica e sociale, dove il peso della disuguaglianza si fa stringente. Molte persone si sono trovate con reddito zero, a causa degli effetti della pandemia ed hanno allargato la schiera di coloro che già vivevano in una situazione di marginalità. E’ sotto gli occhi di tutti la rilevanza della crisi, che nelle zone di minore sviluppo economico si traduce in tensione sociale e degenerazione del tessuto democratico.”
Continua poi la sua analisi, affermando:”Le persone si sentono escluse dalla dimensione collettiva e cercano di tirare avanti con i sussidi, ma non potendo avere gli stessi una caratteristica di continuità servono azioni di ripristino del quadro occupazionale. I soldi possono bastare alla sopravvivenza, ma solo il lavoro è fonte di dignità e crescita personale. Le basi per il futuro vanno poste nel presente, avendo un’idea di rilancio dopo la crisi dettata dalla pandemia. Gli eventi dimostrano chiaramente i limiti di un sistema costruito su una visione parziale del mondo. I temi dello sviluppo, dell’inclusione, della scuola e della sanità devono essere al centro del ragionamento perché oltre il problema dell’emergenza c’è la prospettiva di rilancio del sistema Italia. I licenziamenti sono bloccati fino al 31 marzo 2021, ma potrebbe aprirsi una crisi occupazionale senza precedenti. Il reddito delle famiglie è in forte contrazione ed il prezzo più alto di quello che sta accadendo pesa sui giovani e sulle donne, che stanno vivendo un’ulteriore riduzione di possibilità. Il momento è di assoluta gravità, ma bisogna saper cogliere le condizioni che un momento di questo tipo è in grado di generare. E’ il momento della politica, occorre una guida sicura verso il futuro. La logica di mercato ha perso e la falsità dei suoi sostenitori è sotto gli occhi di tutti.”