Rigenera Festival Calascio 2024: con il laboratorio teatro “Biografie d’Alta Quota” l’intera collettività del paese diventa protagonista
Ha a che fare con la ‘restanza’ e con il ritorno nei luoghi familiari, quelli cioè in cui c’è stata famiglia, il Progetto triennale “Biografie d’Alta Quota” pensato e realizzato dal Laboratorio-Teatro di comunità a cura di Antonia Renzella, Valeria Bafile e Diego La Chioma.
L’intento è quello di “risvegliare” l’attrattività del borgo storico di Calascio all’interno del progetto pilota di rigenerazione culturale, sociale ed economica. Calascio sembra il luogo perfetto e diventa destinatario di un progetto pilota “Luce d’Abruzzo”pilota di rigenerazione culturale, sociale ed economica; ne è artefice il Comune di Calascio selezionato dalla Regione Abruzzo nell’ambito della misura del PNRR del Ministero della Cultura (Linea A – M1.C3 – Investimento 2.1– “Attrattività dei borghi”), finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU.
Le attività laboratoriali di BIOGRAFIE D’ALTA QUOTA si terranno nel mese di settembre ogni sabato (dal 7 Settembre al 28 Settembre 2024) dalle ore 16.00 alle ore 18.00 nei locali della Biblioteca di Calascio e sarà condotto da Antonia Renzella, Valeria Bafile e Diego La Chioma. E’ un cantiere della memoria aperto a tutti quelli che avranno il piacere di raccontare, raccontarsi o semplicemente ascoltare.
E’ Antonia Renzella direttrice dei Teatri Riuniti d’Abruzzo a spiegare che “mentre interi paesi sono diventati, o stanno diventando borghi fantasma, le città medio-grandi si apprestano a diventare metropoli, prive di spazio vitale, Biografie d’Alta Quota è un’esperienza di teatro di comunità in cui l’intera collettività del paese è protagonista con le sue storie e le sue memorie: le storie di chi si n’è andato tanti anni fa ma poi ha deciso di tornare, per colmare un vuoto una mancanza che solo i luoghi dell’infanzia, della memoria possono colmare, le storie che scaturiscono dai ricordi degli anziani legati a “quella piazzetta”, “quella panchina”, “quella fontana”, “quel vicolo”, che vanno a costruire una narrazione, una biografia del paese “umana”, un’umanografia, attraverso le storie dei suoi abitanti”.
I luoghi un tempo preposti alle attività lavorative del paese e le umane presenze “possono tornare a rivivere come luoghi d’incontro di scambio della memoria della trasmissione di pratiche e saperi tra generazioni diverse, giovani e anziani per immaginare e costruire un futuro possibile nei luoghi da ripopolare” continua Renzella.
Questa dinamica umana e sociale predispone alla presenza di “ultimi abitanti” che diventano i primi a costruire una nuova comunità che annovera stranieri – non necessariamente di altri Paesi – che vorranno, dovranno conoscere usi, costumi, ambiente e lavori per potersi integrare.
Ecco allora che tornerà utile realizzare “un piccolo prodotto audiovisivo può costituire un piccolo archivio della memoria, una piccola “biblioteca vivente” per raccogliere ciò che resta della produzione orale, della cultura materiale, scritta, iconografica: canti, proverbi, oggetti, lettere, musiche, ricette, pietre, reperti e altro, privilegiando le storie degli anziani, che stanno scomparendo”; memoria, racconti, canzoni, dicerie, biografie “confluiranno nella elaborazione di uno storytelling itinerante per condurre infine i visitatori di Calascio nei luoghi che saranno vissuti, raccontati e attraversati dalla prospettiva di chi li ha abitati imprimendogli un’anima”.
Un far pace, un riavvicinare popolazioni e territori e luoghi che spesso sono stati sviliti e dimenticati, accantonati e lasciati a morire; “è un’opera di memoria, di salvaguardia preliminare per una grande mappa delle Identità plurali e aperte anche dei più piccoli luoghi”.