Rigopiano: dopo 5 anni il ricordo delle istituzioni

Vivo il ricordo da destra a sinistra, per non dimenticare e per cercare di evitare una nuova tragedia
“Vicini ai familiari delle vittime, lavorare perché gli errori non siano ripetuti”: questa la frase che riassume al meglio il pensiero politico dopo un anno dalla tragedia.
Questo messaggio viene infatti da Michele Fina (PD), che nel ricordo della tragedia di Rigopiano continua affermando: “Nel giorno del quinto anniversario della tragedia di Rigopiano, la comunità del Partito Democratico abruzzese esprime vicinanza ai familiari delle vittime. Il nostro auspicio è che il percorso processuale arrivi fino all’esaurimento, e che emergano in modo chiaro le responsabilità“.
Sulla stessa linea la collega del PD, la deputata Stefania Pezzopane, si esprime così riguardo a quello che successe 5 anni fa: “Rigopiano, non solo ricordo ma ferita che sanguina. Che riposino in pace le 29 vittime innocenti schiacciate sotto neve e macerie, divorate dalla crudeltà della valanga. Conoscevo ed amavo quel luogo, conoscevo Roberto, Marinella, li conoscevo, ed ora, con dolore, guardo le foto e i ricordi si affollano. Che le famiglie delle vittime possano trovare nello Stato accoglienza e giustizia. Giustizia. Sì perché non doveva accadere, non doveva andare così. Ricordo ogni istante di quella giornata di terremoto, neve, paura e morte. Ricordo che c’era bisogno di tutto e che ogni sforzo è stato insufficiente. L’Alto Aterno crollava un’altra volta dopo il disastro del 2009, e dal teramano e da ogni parte d’Abruzzo si chiedeva aiuto. Mentre all’Hotel Rigopiano si moriva nella disperazione. Una giornata buia, una sconfitta dello Stato. Lo Stato deve riscattarsi. Con la tutela del territorio, la prevenzione del danno, una nuova capacità di intervento rapido in emergenza. Non deve accadere mai più. Mai più Rigopiano!“
Anche dal centrodestra parole di vicinanza per i familiari e promesse di incremento della sicurezza per evitare una nuova tragedia.
“Se, da un lato, c’è la giustizia che deve ancora fare il proprio corso e l’auspicio non può che essere quello che si giunga presto all’individuazione delle responsabilità, e dall’altro c’è l’aspetto umano che non può che vedermi al fianco di chi ha perso i propri cari, non va mai dimenticato che nel mezzo c’è il lavoro quotidiano di chi è chiamato a far sì che tragedie del genere non si ripetano più, soprattutto se ci si trova investiti di responsabilità istituzionali”: così l’assessore regionale alle Aree interne, Guido Liris, in occasione del quinto anniversario dalla tragedia di Rigopiano, che il 18 gennaio del 2017 ha visto una slavina abbattersi sull’omonimo hotel, nel comune di Farindola (Pescara) causando la morte di 29 persone.
“Quella di Rigopiano, stando ai dati disponibili, è la valanga che singolarmente ha causato il maggior numero di morti di sempre sulle montagne dell’Appennino e la seconda più disastrosa per numero di morti in Europa”, ricorda Liris, “ma ci ha insegnato molto sul fronte della sicurezza in montagna, aumentando la consapevolezza di quanto sia importante vivere il nostro territorio riducendo al minimo i rischi”.
“Sin dal nostro insediamento l’impegno per una maggiore sicurezza in montagna è stato incessante”, afferma l’assessore, “abbiamo istituito il Tavolo della montagna che periodicamente è terreno di proficuo confronto con tutti gli attori interessati e, per ricordare solo i risultati più importanti, abbiamo portato in Abruzzo il sofisticato sistema per il distacco controllato delle valanghe attraverso cariche esplosive, una pratica consolidata sull’arco alpino che non era mai stata adottata nell’Appennino, il sonar Recco, anch’esso per la prima volta in una regione appenninica, utilizzato per la ricerca di dispersi sotto la neve in caso di operazioni di soccorso, e approvato la Carta di localizzazione dei pericoli da valanga, contente la localizzazione delle aree che presentano pericoli potenziali”.
“Quest’ultimo strumento mette a disposizione nuovi e fondamentali supporti operativi a Province, Comuni, Commissioni locali Valanghe e a quanti altri sono coinvolti in attività di protezione civile in montagna”, spiega Liris, “fornendo informazioni preliminari utili per l’individuazione delle problematiche connesse con l’utilizzo antropico di aree soggette a pericolo di caduta valanghe. Sulla base di queste informazioni è possibile valutare la necessità di interventi di difesa o decidere coscientemente in merito alla possibilità di realizzazione di nuove infrastrutture o insediamenti”.
“Oggi, possiamo dunque dire che tragedie come quella di Rigopiano o, più recentemente, del monte Velino, ci hanno insegnato molto sul tema della sicurezza”, rileva infine Liris, “aumentando la consapevolezza anche delle istituzioni che devono essere investite delle loro responsabilità”.
Anche il sindaco de L’Aquila Pierluigi Biondi ribadisce la vicinanza della città nel ricordo di Rigopiano: “La comunità dell’Aquila si stringe al dolore delle famiglie delle 29 vittime della tragedia di Rigopiano, alle loro sofferenze e a quelle di quanti, nella maledetta notte di cinque anni fa, sono sopravvissuti ad un evento che ha segnato la storia dell’Abruzzo, suscitando commozione e angoscia. Sin da bambini siamo abituati a salutare la neve con gioia, un evento lieto che al contrario, in quell’occasione, per cause e ragioni che dovranno essere stabilite dalla magistratura, ha provocato lutti e disperazione”. Lo dichiara il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi.
“’Una ferita per tutta l’Italia’, l’ha definita il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Le cicatrici saranno un monito e, al contempo, le immagini dei soccorritori che in quelle ore frenetiche si affannavano sul luogo del disastro ci ricordano quanto il nostro Paese possa essere solidale e coeso nei momenti di maggiore difficoltà e di emergenza. Evocare quei giorni lascia ancora attoniti, ci fa sentire quanto l’uomo possa essere fragile e vulnerabile nonostante la mole di conoscenze e tecnologia a disposizione. Da qui bisogna ripartire affinché l’impegno sulla prevenzione del rischio sia predominante nell’agenda delle Istituzioni. Lo dobbiamo a chi non c’è più, a chi è rimasto, a ognuno di noi”.
Ed a 5 anni da una tragedia che si sarebbe potuta evitare, anche noi rivolgiamo un appello alle istituzioni: giusta la memoria, giusta la vicinanza alle persone coinvolte, ma lavorare alacremente affinché quanto accaduto non si ripeta mai più.