Sanità marsicana…alla deriva. Era meglio, quando era peggio!

Tagliacozzo – Per un qualsiasi problema di salute è inutile recarsi negli ospedali della Marsica. Chiuso il Ppi di Tagliacozzo, chiuso il Ppi di Pescina, consola la lotteria e il percorso di guerra burocratico da seguire per accedere ad una qualsiasi prestazione ambulatoriale. Non resta che la bolgia infernale dell’ospedale di Avezzano. Qui, gli assembramenti di pazienti disperati e ammucchiati al Pronto Soccorso in attesa di cure, documentano ormai da tempo immemorabile la drammatica situazione che vive la sanità marsicana. Una situazione pesantemente peggiorata con la concomitante esplosione del Covid-19,  ancorché vessata da una politica regionale palesemente discriminatoria nei confronti di una popolazione di centotrentamila abitanti. E’ un fatto incontestabile che Il capoluogo di regione arraffa, che l’area costiera acchiappa a più non posso, che la cenerentola Marsica langue e soccombe. Eppure da queste parti Lega-FdI-FI e affini fecero bottino pieno di consensi nell’ultima consultazione regionale. Ma, è noto, la riconoscenza è una malattia del cane non trasmissibile all’uomo. In verità, l’obiettivo di chiudere i cosiddetti piccoli ospedali  è stato sempre il pallino di molti governi regionali. Ma, bene o male, i tentativi sono stati sempre respinti dalle mobilitazioni popolari e dal civico impegno dei comitati cittadini. Che succede oggi? Arrivano freschi freschi leghisti, fratelli e sorelle d’Italia, italoforzuti e cespugli vari, i quali – cogliendo al balzo l’opportunità offerta loro dal Covid-19 – sprangano le porte degli ospedali e chi s’è visto, s’è visto.

Bravi, bravissimi! Era meglio quando era peggio!

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