Sanità regionale, Rifondazione Comunista scopre le carte: «In 12 anni tagliato il 60% delle terapie intensive»

PESCARA – Tagli alla Sanità Abruzzese, c’è la certificazione dello stesso Ministero della Salute. Ad affondare il colpo è il segretario regionale di Rifondazione comunista, Marco Fars, che riporta dati e tabelle ministeriali che chiariscono come, dal 2008 al 2020, solo per le terapie intensive ci sia stato un taglio del 60%. Un taglio che, vista la pandemia iniziata proprio nel 2020, ha causato le tragedie e le difficoltà che tuttora l’Abruzzo, ma soprattutto le aree interne, continua a vivere. Avezzano e la Marsica, come Valle Peligna e Alto Sangro, infatti, sono un esempio attuale e vivo di una condizione a dir poco drammatica.

Marco Fars

Questa la nota del segretario regionale di Rifondazione Comunista, Marco Fars: «Il Piano Sanitario 2006-2008 della Regione Abruzzo disponeva ben 233 posti letto di Terapia Intensiva. Ad inizio pandemia, a febbraio 2020, erano diventati appena 94. In 12 anni un taglio netto del 60%. Un risultato frutto delle scelte dissennate sia dei governi nazionali da Monti in poi, sia della Giunta Chiodi (centrodestra) e sia della Giunta D’Alfonso (centrosinistra). Una distruzione progressiva che dovrebbe zittire e far vergognare sia la compagine di Marsilio sia il PD. Marsilio e Verì più che tagliare i nastri a favore di telecamera in questi giorni, dovrebbero solo chiedere scusa agli abruzzesi. Abbiamo affrontato la prima ondata con una disponibilità massima emergenziale di 130 posti letto di Terapia Intensiva, la secondo ondata è partita con una disponibilità di 119 posti letto. Il picco di ricoveri in terapia intensiva nella prima ondata è stato di 75, nella seconda ondata di 91, e in queste ore l’ospedale civile di Pescara è costretto per saturazione a richiedere ricoveri fuori regione, stessa sorte per l’ospedale di Chieti. Oggi i posti in terapia intensiva totale secondo l’Agenas sono 215, il tasso di occupazione è superiore al 40%. Un numero ancora inferiore a quello del 2008 nonostante Commissari Straordinari, procedure di emergenza e un fiume di denaro pubblico. Dopo anni di tagli non bastano i posti letto ed ovviamente serve anche il personale medico sanitario che le 4 Asl faticano a reperire a seguito di mancano turn-over, esternalizzazioni e maggiori carichi di lavoro per piante organiche ridotte. Non basta un posto letto per avere il massimo delle cure necessarie, serve personale motivato e non sottoposto da mesi a carichi di lavoro massacranti sia emotivamente che fisicamente. Per questo come Rifondazione Comunista rilanciamo la nostra campagna per un piano immediato di 500.000 assunzioni nel pubblico impiego. La pandemia è una cartina di tornasole. Le politiche “lacrime e sangue” hanno messo a rischio le vite umane perché in nome del “rigore”, delle “privatizzazioni”, del “blocco delle assunzioni” al momento del bisogno non c’era un numero sufficiente di terapie intensive per fronteggiare al meglio la crisi sanitaria. Come Rifondazione Comunista rivolgiamo un accorato invito a tutte le Associazione di Categoria che continuano a inveire contro il “Lockdown” di schierarsi con noi per la sanità pubblica e per l’aumento della spesa pubblica per la medicina territoriale. Con i posti letto in terapia intensiva del 2008 avremmo contato sulle dita di una mano le settimane di superamento della soglia del 30% e in ogni caso si sarebbe potuto fare lo sforzo per incrementare i posti disponibili affinchè la soglia di allarme rimanesse inviolata. (vedi tabella allegata*).

Se l’Abruzzo ha il record di settimane trascorse in zona rossa è perché quella soglia l’abbiamo superata più volte e per lungo tempo sia nella prima che nella seconda ondata e sarà difficile aumentare ulteriormente i posti disponibili. In ultimo i posti letto di terapia intensiva, nel 2008 come oggi, sono per la quasi totalità all’interno di strutture ospedaliere pubbliche. Quando ci sono le emergenze a salvare la vita delle persone ci pensa la sanità pubblica non quella privata. La ragione è molto semplice, il privato sceglie i posti letto più remunerativi, dalla diagnostica alla riabilitazione alla sanità residenziale, difficile trovare un pronto soccorso privato! Solo Rifondazione Comunista ha avuto ed ha il coraggio ieri come oggi di denunciare che ogni taglio di posti letto del pubblico a fronte di “favori” alla sanità privata è un danno per la salute di tutti i cittadini. Il virus ha avuto gioco facile trovando un sistema sanitario distrutto, dopo un anno di vuoti appelli e proclami, bisogna smetterla di giocare con le vite umane e fare l’unica cosa che consente di far “respirare” ospedali e personale sanitario, abbattere la curva dei contagi e dei decessi, un vero lockdown. È da imbecilli perseverare!». Marco Fars – Segretario regionale Prc-Se Abruzzo

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