Sciopero alla LFoundry di Avezzano. Il senatore Fina (PD): “Basta arroganza del silenzio. Il Governo convochi Nabeel e pretenda piano industriale”

AVEZZANO – Vertenza LFoundry di Avezzano, dopo la seconda ondata di scioperi, e l’assemblea pubblica svoltasi oggi pomeriggio davanti allo stabilimento avezzanese alla presenza di sindacati, istituzioni e cittadini, iniziano le reazioni alla particolare situazione venutasi a creare.
Una situazione nella quale l’azienda sembra essere diventata… “leninista” e quindi procedere con un passo in avanti e due indietro. E i sindacati, di conseguenza, in mancanza di chiarezza sulle prospettive, a breve, medio e lungo termine, non ci stanno ed hanno così portato avanti l’agitazione con il beneplacito di tutte le maestranze.
Il primo a farsi sentire è il senatore del PD, Michele Fina, il quale richiama l’attenzione del governo che deve, a pare suo, convocare l’Ad Nabeel e imporgli di presentare il paino industrial per Avezzano.
Questa la nota diffusa dal senatore Michele Fina.
“Siamo all’arroganza del silenzio da parte di un’azienda che chiede gli ammortizzatori sociali ma che continua a sottrarsi alla richiesta di un credibile piano industriale – dice il Sen. Fina presente ai cancelli dell’azienda di semiconduttori di Avezzano – a tutti coloro che hanno ringraziato l’azienda per aver ritirato i 134 licenziamenti annunciati nell’ottobre scorso dobbiamo rivolgere parole di chiarezza e di verità: l’azienda ottenendo gli ammortizzatori sociali ha guadagnato 5 milioni, se avesse licenziato ne avrebbe risparmiati meno della metà.
Siamo di fronte ad un’operazione che avvantaggia l’azienda e che non tiene conto dei sacrifici salariali di lavoratrici e lavoratori.
Di fronte a tutto questo la sottosegretaria Bergamotto deve immediatamente riconvocare il tavolo presso il Mimit e chiedere a Nabeel Gareeb, autentico detentore delle informazioni aziendali, di riferire in merito al piano industriale e alle prospettive future.
Allo stesso modo la Regione, dopo aver preso impegni nell’ambito dell’accordo del dicembre scorso, deve uscire allo scoperto, mantenere gli impegni assunti e mettere tutto il peso istituzionale in difesa dell’occupazione e dei diritti dei lavoratori”.