Scipparono una donna davanti ad un supermercato a Francavilla. Due uomini arrestati dai Carabinieri

CHIETI – Erano stati individuati già pochi giorni dopo il fatto, D.F.G. 39 anni, di Atri, e C.G. 29 anni, di origini rumene, denunciati a piede libero per furto aggravato e ricettazione. Il secondo, inoltre, è risultato essere stato denunciato anche per la violazione del foglio di via che gli proibiva per tre anni di andare a Francavilla al Mare.

Il 23 settembre scorso una donna di Farncavvila di 57 anni, si era recata con un’amica a fare la spesa in un supermercato del centro. Accanto alla propria auto trovò un uomo, italiano, che le chiese degli “spicci”, che la donna però gli negò. A quel punto l’uomo attese che la signora si voltasse per aprire lo sportello dell’automobile e, improvvisamente, le strappò dal collo una catenina, ricordo della mamma. La donna ebbe appena il tempo di realizzare cosa le stesse accadendo e di vedere l’uomo scappare, seppur con andatura claudicante, verso un’auto di colore scuro guidata da un complice.

La descrizione della vittima, unitamente alle immagini della videosorveglianza del supermercato franavillese, dettero subito un quadro chiaro sull’identità dell’aggressore e sull’autovettura, che risultò essere rubata. I Carabinieri di Francavilla al Mare, di lì a poco, individuarono il trentanovenne di Atri, tossicodipendente, che corrispondeva alla descrizione fornita da tutti i testimoni. I militari dell’Arma, quindi, fecero visita all’uomo che confessò subito quanto fatto non appena vide i Carabinieri, descrivedno nei dettagli lo scippo che gli serviva per pagare la droga. A quel punto, è stato semplice rintracciare anche il complice. I militari di Francavilla, quindi, informarono la Procura di Chieti chiedendo l’arresto per entrambi avendo peraltro scoperto che i due avevano anche rubato alcuni prodotti dal banco di un altro supermercato nello stesso pomeriggio.

L’ordine di carcerazione è stato eseguito ieri a Pescara, presso il rifugio di fortuna dei due, che sono stati tradotti presso il carcere di Ancona. Impresa non semplice, perché l’italiano era stato cancellato dall’anagrafe di residenza e addirittura i genitori ne avevano perso le tracce a tal punto da sporgere denuncia di scomparsa.

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