Scurcola Marsicana. Un “particolare” giorno della memoria, in ricordo della scomparsa Abbazia di Santa Maria della Vittoria

SCURCOLA MARSICANA – Nella storia dell’uomo ci sono attimi, momenti e date che ne segnano il suo lungo peregrinare all’interno di questo Mondo: in cui si incide, nel territorio ove si vive, una presenza che servirà da memoria alle generazioni future. E proprio una di queste tracce, se pur tutt’ora visibilmente scomparsa fisicamente – ne restano alcune tracce archeologiche-, la si ritrova nel cuore degli abitanti di Scurcola Marsicana: ed è l’Abbazia di Madonna della Vittoria.

La storia di questo importante luogo di culto cistercense, che ricordiamo esser stata l’ultima delle cinque abbazie del medesimo ordine in terra d’Abruzzo (le altre quattro sono: l’abbazia di Santa Maria di Casanova in provincia di Pescara, l’abbazia di Santa Maria Arabona in provincia di Pescara, il Monastero di Santo Spirito d’Ocre in provincia dell’Aquila e l’abbazia dei Santi Vito e Salvo in provincia di Chieti), iniziò in quel 12 maggio 1278. Erano passati quasi dieci anni dalla vittoria di re Carlo D’Angiò su Corradino di Svevia nella celebre Battaglia dei Piani Palentini (23 agosto 1268) e per ringraziare l’intercessione della Madonna, Re Carlo fece edificare nelle vicinanze del campo di battaglia, in un pianura paludosa, il cenobio più grande e potente dell’Italia Meridionale: l’Abbazia Cistercense Francese di Santa Maria della Vittoria. In quel 12 maggio il re francese poté assistere alla consacrazione di tale edificio religioso: edificio che venne ultimato nel 1282.

La statua della Madonna della Vittoria

Inizialmente vi si insediarono i monaci cistercensi che, grazie all’amicizia con il potere angioino, ebbero in beneficio parecchi territori anche nel vicino Lago Fucino. Con l’avvento del potere Aragonese, siamo nel XV secolo, l’ordine cistercense lasciò l’abbazia che venne rilevata dai monaci benedettini. Quella benedettina fu una presenza molto importante per la Marsica, visto che è stata sempre attiva sul territorio sin dalla caduta dell’impero romano d’occidente e che lasciò importanti impronte nel territorio: come la chiesa di Santa Maria in Valle Proclaneta in Rosciolo di Magliano dei Marsi. Ma il 5 dicembre 1456 l’abbazia venne colpita, come gran parte del Regno di Napoli, da un violento terremoto di 7.1 gradi della Scala Richter (epicentro Irpina-Sannio) che danneggiò pesantemente tale struttura. A tal proposito Vincenzo Ciarlanti, nella sue Memorie Istoriche del Sannio scrive: “Nell’anno del Signore 1456, durante la quinta indizione, nella notte di Santa Barbara vergine nel mese di dicembre, alle ore undici della notte, vi fu un immane terremoto, così intenso che non si conserva memoria più antica e non si ha notizia che siano state subite cose simili da tutti gli abitanti in questo Regno di Sicilia sin dall’inizio del mondo”.

Nel 1525, nella parte superiore del paese, quasi a ridosso dell’antica Rocca, venne edificata la nuova chiesa di Santa Maria della Vittoria: in quel nuovo luogo di culto si “portarono” parte delle opere d’arte appartenenti all’abbazia, come la stupenda statua lignea della Madonna con il Bambino (detta la Madonna della Vittoria) viceversa, i due portali, sono tuttora presenti nelle chiese del paese (nella chiesa di Sant’Antonio e nella stessa chiesa della Madonna della Vittoria).

I ruderi dell’Antica Abbazia Cistercense (ICCD fotografia)

Sono passati 742 anni di storia da quel lontano 12 maggio che ha visto la consacrazione di un cenobio grande, ricco e potente, nato sulle sponde del fiume Salto a confine delle Contee di Tagliacozzo e Celano, oggi nell’area chiamata Cardosa/Muracce. E tutt’ora permane, nonostante il susseguirsi di eventi storici, naturali e cose affini, nell’anima degli abitanti di Scurcola Marsicana come segno indelebile della loro storia. Insomma, questo “giorno della memoria” o meglio questo “12 maggio anniversario della consacrazione dell’abbazia” deve esser un trampolino di lancio per la riscoperta della storia medievale, umana e sacra della nostra amata Marsica.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *