“Se passi gl’appellaturo a pace, non si vinto gnente”. L’antica terminologia del gioco del cacio di Magliano dei Marsi

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MAGLIANO DEI MARSI – “La tradizione non consiste nel mantenere le ceneri, ma nel mantenere viva una fiamma”. Questa magnifica frase, scritta dal politico francese Jean Léon Jaurès, ci può ben accompagnare all’interno del tradizionale gioco del cacio che anima il cuore storico di Magliano dei Marsi dal giorno dell’Epifania sino al giorno di Carnevale. Un gioco che possiede, nel suo animo più segreto, una sorta di sfida dal sapore medievale.

In foto: il momento “dell’Appellata”

In questo articolo vi vogliamo spiegare alcuni termini utilizzati durante questo gioco. Innanzitutto va ricordato che per partecipare al “gioco del cacio” si deve essere in due squadre, composte dalle due alle tre persone. Solitamente i giri canonici sono due, e vince chi arriva all’Appellaturo con meno tiri. Iniziamo allora questo nostro viaggio:

  • La PEZZA: Con il termine “pezza” si intende la forma di formaggio utilizzato per il gioco in questione. Si usa un formaggio a pasta dura, stagionato circa sei mesi che permette alle squadre di poter affrontare dai due ai tre giri;
  • L’APPELLATA: per “Appellatta” intendiamo il primo tiro che le squadre compiono per iniziare ufficialmente il gioco. Come si diceva precedentemente la sorte è colei che indica quale squadre debba “Appellare”: dopo che la prima squadre tira e la pezza si ferma e soprattutto si vede, toccherà alla seconda squadra tirare. Questo termine viene coniato dal luogo in cui si svolge la partenza e l’arrivo del gioco: “Appellaturo” è un lembo di terra che va dalla Fontana dell’Etè fino alla lapide marmorea che indica il nome del luogo;
  • Il SENATORE: non stiamo parlando ne di una figura politica ne di una figura istituzionale. Nel gioco del cacio il senatore possiede un ruolo di grande importanza, è colui che possiede il compito di “segnare” il luogo in cui la pezza di formaggio si ferma, tracciando un cerchio con un simbolo (solitamente sono delle lettere). Il senatore ha l’ingrato compito anche di fra visionare la pezza in angoli dove la vista dell’uomo stenta nel vedere: tramite panni di colore accesso permettono alle squadre la giusta visuale. Il senatore lo può fare chiunque, dal piccolo al grande: solitamente lo si paga a fine gioco dai membri delle squadre che hanno giocato. Nel Caciotorneo, il senatore ricopre un ruolo ancora più importante: è colui che oltre a “segnare” il luogo dove si ferma la pezza di cacio e anche colui che deve disegnare una gabbia (di circa un metro) entro la quale il giocatore deve tirare;
  • Lo “ALTO” e lo “BASSO”: questi sono punti davvero fondamentali da tener a mente per chi volesse giocare a tale gioco. Questi due termini vengono utilizzati per indicare la conformazione di una pezza formaggio: e stanno ad indicano la direzione che deve prendere. Lo alto manda la pezza a sinistra, mentre lo basso la manda a destra. Se si è mancini la cosa si inverte;
In foto: la “Pezza Senata” ovvero segnata dal Senatore
  • E’ CIECA!!!!: quando si sente urlare questa parola vuol significare che la pezza è finita in un luogo in cui non si vede. Sia la squadra tirante che gli avversari la osservano e per facilitare la veduta il senatore (o chi per esso) adagia sulla pezza un panno colorato. Se la pezza non si vede, la squadra tirante perde una botta;
  • Ad A PACE PASSA A UNO!: per chi guarda per la prima volta tale gioco ciò che non comprende è il calcolo del punteggio. Il punteggio si basa in base ai tiri che una squadra compie, faremo un breve esempio in foto. “Dall’Appellaturo tirano la squadra A e la squadra B e come vediamo in foto la squadra A è più distante e si dice: “a pace passa a uno”. Se la squadra B passa la sena della squadra A si dice: “a pace”. Se sfortunatamente non la passa la squadra A passa “a due” e così via;
  • Le BOTTE: per botte si intendono i tiri in più che possiede una squadra alla fine del tragitto di gioco. Ad esempio: se la squadra A arriva al tratto finale del percorso e tiene tre tiri avanti alla squadra B si “tirano le botte” così da poter arrivare all’Appellaturo per primi;
  • Il “GIRO DI BELLA”: è il risultato che si ottiene quando le squadre arrivano in parità. Esempio: se la Squadra A e la Squadra B sono arrivate, nei due giri, ad un risultato di uno a uno si fa il giro di bella. E’ una sorta di spareggio che permette alle squadre di portarsi alla vittoria oppure ad una mera sconfitta;
  • La “MEGLIO BOTTA”: quando anche il giro di bella è terminato in parità, le due squadre si ritrovano nell’Appellaturo dove va in scena la “meglio botta”. Consiste semplicemente in un tiro: dove entrambe le squadre DEVONO arrivare più lontano. Vince che è stato l’autore del tiro più lontano: ovviamente la pezza si deve vedere;
  • A “DATO”!!: per chi sta giocando a cacio, questa è una frase che non vuole sentire; complice anche il forte agonismo che si crea, anche in una semplice partita. Si pronuncia questa parola quando la pezza di formaggio viene toccata involontariamente dagli spettatori. Il tiro non viene calcolato ed il giocatore, innervosito, deve tirare nuovamente la pezza, con la fortuna che si vede e che non riscende;
  • GLIO BOTTONO”: questo modo di dire non si riferisce al classico bottone che si trova nelle nostre maglie e camicie, ma lo si attribuisce ad un tiro di forza e di precisione. “Oh, si fatto ‘no bottono” quando si sente pronunciare tale frase di sicuro a qualcuno gli è riuscito un bel tiro;
in foto: attimi del gioco
  • Le “RANCERTE” e gli “RACANI”: con i termini rancerte(dal dialetto maglianese lucertola) e racani (dal dialetto maglianese ramarro) non ci si riferisce agli animali in questione ma stanno ad indicare una persona molto ma molto fortunata. Spesse volte, si può sentire questa frase: “si recacciato gli racani dalla saccoccia”la frase, nella sua semplice banalità, nasconde un grande segno di timore dell’avversario nel percepire la grande fortuna dell’avversario.

Nel prossimo articolo vi racconteremo alcuni aneddoti legati a tale gioco.

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