Stati Uniti d’America: la coppia Trump-Musk dalla farsa alla… sceneggiata napoletana. Il mondo pericolosamente sull’orlo di una crisi di nervi

“Cantami, o Diva, del Pelìde Achillel’ira
funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all’Orco
generose travolse alme d’eroi,
e di cani e d’augelli orrido pasto
lor salme abbandonò (così di Giove
l’alto consiglio s’adempìa), da quando
primamente disgiunse aspra contesa
il re de’ prodi Atride e il divo Achille”
Quando tradusse l’Iliade, Vincenzo Monti mai pensò che un giorno si sarebbe avverato l’incipit dell’Opera e tanto meno lo presagì Omero. Così Wagner , quando scrisse “Il crepuscolo degli dei” (Gotterdammerung), mai avrebbe pensato che un alleato della sua Germania avrebbe dato di testa senza andare all’Oktoberfest.
Tra Elon Musk e Donald Trump chi possa essere Fafnir e chi Sigfrido lo lasciamo decidere al lettore. Secondo la leggenda norrena, Fafnir s’attaglia più al saltellante e ricco Elon Musk che all’iracondo Trump il quale, al pari dell’Orlando furioso, corre l’obbligo di andare per boschi alla ricerca del senno smarrito.
SONO PROBLEMI
Non so se le responsabilità governative di questo momento stiano creando problemi alla percezione di Trump, una cosa è certa: pare nervoso.
Al momento il nostro irascibile eroe pare preso da alcuni problemi che all’inizio stava affrontando con una certa guasconeria: “Faccio smettere la guerra con l’Ucraina”, “T’ammazzo con i dazi”, “L’Europa è una succhiasangue.”.
In quest’ultima frase pare riecheggiare l’eco della Rivoluzione Americana contro il colonialismo della Gran Bretagna. Non credo ci sarà un Trattato di Parigi ma temo per l’incolumità mentale di Trump.
Alla fine doveva chiudere la guerra tra Ucraina e Russia in due giorni e invece siam lì a tirar bombe, doveva ammazzare mezzo mondo con i dazi ma poi s’è talmente “incartato” nella faccenda da essere preso a barzelletta negli USA con il termine Taco (“Trump Always Chickens Out”) i media indicano in tal modo l’atteggiamento del governo sui dazi: ”li alzo, anzi no, anzi si, anzi a te no ma a lui si”, insomma quel tira e molla di Trump sui dazi fra annunci e pause.
GUAI IN CASA
Come in tutte le famiglie finchè le cose vanno bene e ci sono i soldi tutto fila liscio. Quando iniziano i problemi, soprattutto quelli economici, ecco là che tutto precipita. Così il gatto di casa Elon Musk s’avventa contro padroncino Donald e lo graffia, dopodiché viene messo alla porta.
Pensavo che a così alti livelli ci si comportasse con maggior nonchalance e invece pare di assistere ad una commedia in vernacolo napoletano di Scarpetta dove i due, in mezzo alla stanza ovale, mani sui fianchi e gambe divaricate battibeccano:

– Uè scurnacchiato… –
– Uè funiculare senza corrente… ! –
– io mi rivedo tutti gli appalti che ho con te!–
– E io ti faccio un partito grosso così che ti rimando a casa…–
– E io ti chiudo la Tesla –
– E io ti tiro fuori la storia di Epstein –
Non l’avesse mai detto: udito questo, Trump, mordendosi la mano destra in un gesto d’ira sbotta: -“Hai mancato di rispetto alla Presidenza!”- e siamo alla lesa maestà. Intanto Biden dall’alto del suo catetere se la ride della grossa.
CUI PRODEST?
Stiamo assistendo allo scontro di due Ego talmente grandi da non trovare posto nella stessa stanza e poi la riassunzione dei dipendenti licenziati da Musk sa tanto di schiaffo in faccia.
Certo Musk è in una posizione difficile. Trump può togliere commesse federali, finanziamenti, sussidi. I governi statali, come per esempio quello del Texas, possono revocare o bloccare agevolazioni che hanno favorito Musk. Può perfino aprire un’indagine su come gli sia stata concessa la cittadinanza.
Attenzione, però che anche Musk ha i suoi assi ottenuti pagando la campagna dei repubblicani e controllando in outsourcing, attraverso i suoi satelliti, funzioni vitali per gli apparati di sicurezza degli Stati Uniti, sebbene le sue macchine volanti abbiano il vizio di cadere a terra come pere mature dall’albero. Entrambi amano l’intimidazione: sono due bulli a confronto.
BRUTTE FIGURE A RIPETIZIONE
Ma se con Musk la vicenda è grave, con Putin lo è ancora di più. Maggiormente l’Americanone insiste a dire che risolve il problema della guerra tra Russia e Ucraina e più il russo bombarda a tappeto. Il messaggio è chiaro: lui non si fa comandare da quello yankee!
Tra il russo che non se lo fila e l’uomo più ricco del mondo che se ne è andato sbattendogli la porta in faccia, The President, oriundo dei Queens, sta subendo un calo d’immagine vertiginoso e con lui gli Stati Uniti dei quali voleva ripristinare la grandezza.
A peggiorare il tutto quell’aria tra il Porthos (abbandonato da Aramis) di Dumas, il Cyrano di Bergerac di Rostand e il Barone di Munchausen di Raspe.
Per noi italiani è stato ben rappresentato dal Nerone di Petrolini.
CHE TRISTEZZA!
Danneggiano la sua immagine tutta una serie di gaffe di portata cosmica, dalla foto che lo vede vestito da Papa a quella in cui prega. Cosa c’entra la preghiera?

Un giorno Donald Trump condivise una foto che lo ritraeva in preghiera alla vigilia delle primarie repubblicane. Ci crederete? Nella foto la mano destra aveva sei dita. Un’immagine creata con l’intelligenza artificiale che, però, la dice lunga sul modo di essere un irrispettoso nei confronti dell’elettorato.
Pensavo che il mondo avrebbe visto un presidente risoluto ma serio. Si è, invece, rivelato un gaffeur con la cintura nera, ma soprattutto una persona che ha stravolto, senza pensarci su due volte, l’economia del mondo che lo circonda. Mi chiedo quanto durerà perchè sta danneggiando grandi poteri economici.
Un Saluto
LEO Vito