Stato di agitazione negli ospedali della Asl1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila dichiarato dal Nursind: «Troppi straordinari per coprire le carenze»

AVEZZANO – Troppo lavoro straordinario e troppo a lungo nella Asl1 Avezzano, Sulmona, L’Aquila. E il Nursind provinciale dichiara lo stato di agitazione dei lavoratori delle strutture ospedaliere.

Una comunicazione in tal senso, infatti, è stata inviata dal coordinatore provinciale Nursind L’Aquila, Antonio Santilli, alla dirigenza Asl1, alla Regione, alle direzioni sanitarie interessate e a tutte le autorità competenti, Ministero Speranza compreso.

Motivo del contendere è l’eccesso di ricorso al lavoro straordinario che costringe i lavoratori delle strutture sanitarie aquilomarsopeligne a turni massacranti esponendo a rischi sia loro, sia gli assistiti.

Questa la dettagliata nota con la quale il Nursind L’Aquila dichiara lo stato di agitazione nella Asl1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila.

La dichiarazione di stato di agitazione del Nursind

«La scrivente Organizzazione Sindacale, visto l’art. 2 comma 2 della Legge 146/90 e successive modifiche, con la presente dichiara, ad ogni effetto di legge, la proclamazione dello stato di agitazione sindacale del Comparto Sanità della ASL di Avezzano-Sulmona-L’Aquila.

A tale proposito si chiede un incontro al fine di esperire ogni utile tentativo di conciliazione e raffreddamento.

Antonio Santilli

La motivazione della proclamazione dello stato di agitazione è stata determinata dal fatto che, a seguito di interessamento da parte di iscritti, questa O.S. è venuta a conoscenza della violazione delle disposizioni contrattuali che vietano il ricorso al lavoro straordinario per un numero di ore superiore a 180 e, comunque, per particolari ed eccezionali esigenze, non oltre le 250 ore annue.

In proposito si è avuto modo di constatare che in alcuni settori ospedalieri questi limiti invalicabili sono violati, con conseguenti potenziali ricadute sullo stato di salute psico-fisica dei lavoratori e, per l’effetto, in violazione delle stesse vigenti norme sulla sicurezza del lavoro.

Al di là dell’effettiva violazione della disciplina contrattuale e di sicurezza, è venuta in rilievo una specifica responsabilità aziendale in riferimento alla mancata programmazione della continuità assistenziale e dell’organizzazione delle attività di emergenza/urgenza che costituisce il presupposto per fronteggiare in modo organico ed integrato le relative esigenze sia a livello ospedaliero, sia a livello territoriale, senza nulla lasciare all’improvvisazione ed alle parziali, unilaterali e scoordinate iniziative di singoli dirigenti.

Si è infatti appreso (all. 1) che l’Azienda, in palese violazione della normativa contrattuale, non si è dotata del Piano delle Emergenze/Urgenze ed è quindi sprovvista del principale strumento organizzativo che sovrintende all’organizzazione e gestione delle relative attività.

“Violato spesso anche il limite massimo di 250 ore per casi eccezionali”

Da tale stato di cose deriva non solo un danno ai lavoratori i quali devono sottostare ad illegittime disposizioni di servizio che gli stessi dirigenti di settore sono costretti talora a diramare pur di assicurare la continuità assistenziale ospedaliera, ma soprattutto gli interventi di emergenza/urgenza cui sono proposti gli istituti della guardia (che in taluni servizi extra ospedalieri sono peraltro organizzati in modo irrituale) e della Pronta Disponibilità.

Peraltro, si è appreso che taluni Servizi del territorio, non individuati quali settori in cui deve essere assicurata continuità assistenziale, tuttavia la svolgono in modo autocratico, scoordinato ed irrituale; comunque avulso da un piano unitario aziendale che la Direzione generale ha l’obbligo di predisporre annualmente ed in cui sono disciplinati i moduli organizzativi disciplinari o interdisciplinari che sovrintendono alla gestione delle emergenze/urgenze.

Tale non più sopportabile stato di cose induce questa Segreteria ad avviare nei confronti della Direzione aziendale vertenza sindacale, dichiarando lo stato di agitazione del personale.

Peraltro rinvenendosi nell’omessa disposizione del piano annuale dell’emergenza/urgenza una grave violazione di norme, si chiede che l’Ente Regione avvii procedimento per sollevare il Direttore generale dall’incarico cui è preposto o, comunque, di averne debita considerazione nel corso dei procedimenti di verifica del suo operato.

La presente viene inviata anche alla Corte dei Conti, quanto meno a futura memoria, per l’accertamento di eventuali danni derivanti all’Erario dalla mancata adozione dello strumento programmatorio di cui trattasi, nonché per le eventuali dannose ricadute sui lavoratori assoggettati a regimi operativi contrastanti con le disposizioni contrattuali poste a loro tutela, in particolare il numero annuo massimo ed insuperabile di ore di lavoro straordinario».

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