Sulmona. Arriva il “si” allo Smart Working anche dopo la pandemia

SULMONA – “Se volessimo fare un quadro generale della situazione non potremmo che rifarci a quanto detto dal segretario generale della Uil-Pa, Nicola Turco, per il quale, nonostante il massivo ricorso operato d’urgenza, lo Smart Working ha dimostrato di costituire un ottimo strumento di flessibilità della prestazione lavorativa, favorendo altresì anche il contenimento del contagio da Covid-19 e la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori” a sottolinearlo il segretario generale Franco Migliarini e il componente della segreteria regionale Uil pubblica amministrazione Uil Pa Abruzzo, Mauro Nardella. “Superate le primissime difficoltà operative, nelle carceri abruzzesi la percentuale dei Smart Workers ha raggiunto un’ottima percentuale della popolazione lavorativa complessiva, dimostrando che una buona parte delle attività, grazie anche alle moderne tecnologie, possono oggi essere svolte anche da remoto”.

Anche secondo il sindacato abruzzese, quindi, tale evidenza deve tradursi nel futuro in una nuova sfida che è quella di sostenere il ricorso al lavoro agile ben oltre il 10 per cento minimo previsto dalla vigente disciplina in materia, con conseguenze positive sia per quanto riguarda la conciliazione delle esigenze familiari con quelle lavorative sia per contenere le esigenze di mobilità, con ricadute positive su inquinamento ed ambiente. Un apprezzamento, quindi, arriva per le dichiarazioni del ministro della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone che ha dichiarato: ”Una volta cessata l’emergenza la percentuale dei lavoratori in Smart Working potrà arrivare al 30-40 per cento”. In chiosa al loro intervento la Uil Pa precisa: ”Considerato quanto di buono emerso dall’esperienza sinora maturata si spera, quindi, che d’ora in poi la diffidenza della classe dirigente non sia più essere d’ostacolo al positivo utilizzo di una metodologia di lavoro nei confronti della quale i lavoratori hanno peraltro dimostrato di essere molto più pronti e reattivi dei propri datori di lavoro”.

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