Tagliacozzo si prepara per la grande festa de “La Benedizione”

TAGLIACOZZO – Pasqua è Pasqua, bella e struggente con i suoi riti e le sue rievocazioni legate alla Passione e Resurrezione del Cristo. Ma, a Tagliacozzo, paradossalmente, è ancor più festa la domenica successiva, la domenica in Albis, in cui si celebra, si onora e si festeggia, il Volto Santo di Gesù.

E’ la ricorrenza conosciuta da secoli come la festa de “La Benedizione”, il periodo che segna la fine delle celebrazioni pasquali. Una solennità civile e religiosa che incorpora elevati sentimenti di religiosità e tradizione, di storia e cultura popolare.

Una effigie risalente al XVII secolo che delinea nella sua drammaticità i tratti della sofferenza e sul cui retro si attesta che “Questa Sacratissima immagine l’ha toccata il Sacratissimo Volto Santo di Nostro Signore Gesù Cristo che si conserva nella Basilica Vaticana di S. Pietro in Roma ed è la Sua vera effige”.

La tradizione vuole che il dipinto sia stato donato alla città di Tagliacozzo dalla famiglia Colonna, con l’impegno di festeggiarlo una volta l’anno, con una processione nell’ottava di Pasqua.

Di qui la massima festività civile e religiosa di “Taliacotium, ducatus amplissimus caput marsorum”.

Il quadro, custodito nel convento delle Benedettine, viene esposto il sabato pomeriggio nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano, passando dalla clausura delle monache nelle mani del sindaco.

Posto in una raggiera dorata, ivi resta esposto all’adorazione dei fedeli fino alla mattina seguente, allorquando, in solenne processione attraverso l’antico borgo, viene portato in piazza dell’Obelisco dove è già atteso da migliaia di devoti.

Da un balcone sontuosamente addobbato, il predicatore impartisce con la sacra effige la benedizione. E’ il momento culminante della festa.

Tra spari di mortaretti e suono di campane, “schizza” l’acqua della fontana e i fedeli innalzano le “palombelle” e i “cavallucci”, dolcetti della tradizione, preparati dalle monache di clausura.