Tempio crematorio di Tagliacozzo. “Fare Verde” precisa: «Nostro parere tecnico-scientifico svincolato dalla politica locale»

AVEZZANO – Tempio crematorio di Tagliacozzo, precisazione di “Fare Verde” in merito alla propria posizione. L’associazione e organizzazione ambientalista, per mezzo del suo vicepresidente nazionale, Massimo De Maio, ha voluto precisare che la contrarietà espressa all’Amministrazione comunale di Tagliacozzo, è frutto di valutazioni tecnico-scientifiche, per nulla legate a forze politiche locali o movimenti civici del posto. In sostanza, “Fare Verde” afferma di aver svolto ricerche e valutazioni che hanno fatto emergere, a loro parere, criticità, pericoli e perplessità sull’opportunità di realizzare questo impianto.

Massimo De Maio

Queste le parole di Massimo De Maio, vicepresidente nazionale Fare Verde ETS Onlus: «Fare Verde è un’associazione nazionale apartitica riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente. Le sue posizioni sono elaborate in piena autonomia e indipendenza da qualsiasi soggetto politico, pubblico o privato. Il coinvolgimento dei cittadini nelle scelte che hanno un impatto sull’ambiente è un principio basilare della Convenzione di Aarhus, uno dei caposaldi della cultura ecologista di cui Fare Verde è portatrice da oltre 33 anni. Se lo stesso importante principio è stato richiamato anche da esponenti politici locali di Tagliacozzo ne prendiamo atto e non può farci che piacere.

Rispetto alle prese di posizione di diversi consiglieri comunali di Tagliacozzo, di maggioranza e opposizione, sul forno crematorio di Tagliacozzo, la nostra associazione ha elaborato considerazioni tecniche sull’impatto ambientale dell’opera che nell’articolo di che trattasi vengono citate in modo solo sommario e con un tono che non abbiamo ritenuto adeguato alla serietà del nostro impegno. Nell’elaborazione del nostro comunicato stampa di ieri, 29 luglio 2020, abbiamo consultato, oltre alle normative nazionali e regionali, fonti qualificate quali il SNPA (Sistema Nazionale Protezione Ambiente) e Utilitalia. In base a tali fonti, abbiamo ritenuto importante informare i cittadini che:

  1. Il processo di cremazione produce inquinanti atmosferici, in particolare: polvere, monossido di carbonio, ossidi di azoto e zolfo, composti organici volatili, composti inorganici del cloro e del fluoro e metalli pesanti. Possono aggiungersi, inoltre, emissioni di mercurio (dall’amalgama presente nelle otturazioni dentarie), zinco (specialmente nel caso delle cremazioni di tombe estumulate), diossine-furani e idrocarburi policiclici aromatici;
  2. Per la depurazione dei fumi dei forni crematori vengono di solito prese come riferimento le tecnologie disponibili l’incenerimento dei rifiuti. Si tratta di dati oggettivi e non di opinioni. Così come oggettivo è il numero di guasti, che riteniamo rilevante, occorsi a impianti di cremazione in diverse città italiane (non solo Cuneo e Messina) negli ultimi 3 anni. Precisiamo, inoltre, che le distanze tra area cimiteriale e punti rilevanti del territorio comunale sono stati calcolati con l’utilizzo di un software di geolocalizzazione».

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