“Terra Levis. Le necropoli della Marsica”: proroga fino al 16 aprile a L’Aia dei Musei di Avezzano

Il successo di pubblico che si è registrato fino al 9 gennaio con oltre 600 visitatori, ha convinto gli organizzatori della mostra – Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di L’Aquila e Teramo e l’Associazione Antiquae – a prorogare l’interessantissima esposizione fino al 16 aprile p.v.

Gruppi di adulti e appassionati, ma anche scuole del comprensorio avezzanese, marsicano e di fuori regione hanno potuto ammirare gli splendidi reperti archeologici ritrovati nelle necropoli e nelle camere funerarie rinvenute nel perimetro fucense in diverse campagne di scavi e appartenenti alle epoche che vanno dal VII sec. d.C. al I sec. d.C.

E, come abbiamo già avuto modo di scrivere, non si tratta di oggetti di poco conto: corredi funerari e letti funerari d’osso sono testimonianza dell’importanza attribuita alle operazioni di sepoltura;  ai primi appartengono dischi ornamentali di bronzo, recuperati in tombe femminili, e altri oggetti, come lance e pugnali di ferro che testimoniano per la pratica di attività venatorie; gli altri mettono in evidenza la raffinata lavorazione di ossa di animali per decorare con immagini umane e di animali il talamo dove veniva accolta la salma del defunto.

Naturalmente, la visita ad hoc della mostra, potrà essere occasione (ghiotta, a dir la verità) per conoscere e visitare le sezioni stabili e permanenti de “IL FILO DELL’ACQUA” che è narrazione affascinante del prosciugamento del Lago Fucino dall’epoca romana fino a giungere al Principe Torlonia  e “LE PAROLE DELLA PIETRA” che racchiude due sottosezioni: il Museo Lapidario, raccolta di epigrafi che testimoniano di un lontano glorioso passato marso dal dittatore Silla a Poppedio Silone, capo della Lega Italica, alle epigrafi di Alba Fucens, Marruvium, Lucus Angitiae, Ortona dei Marsi; e l’altra, dedicata ad Avezzano -Terremoto del 1915 che è testimonianza, attraverso stemmi gentilizi, portali di chiese, capitelli e fonti battesimali,  di un passato – poi in effetti non così lontano – di una città scomparsa la cui storia spesso è estranea agli stessi suoi attuali cittadini.

Per chi poi volesse dedicare una giornata alla conoscenza del glorioso passato di questo territorio e della vita che conducevano i suoi abitanti, si consiglia la visita al Museo Archeologico di Collelongo dove è presente un’altra sezione della mostra, che si collega per epoche e per contenuti a quelli presentati all’Aia del Musei e che espose altri dischi in bronzo di Avezzano, un letto in osso della tomba 4 di Aielli e la ricostruzione di una tomba a camera di Ortucchio.