Terza pagina – Quel caro avvocato Guerrieri…

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Con “La misura del tempo” torna in libreria Gianrico Carofiglio ed il suo avvocato Guerrieri.

Dopo gli indimenticabili “Testimone inconsapevole”, “Ragionevoli dubbi”, “Ad occhi chiusi”, solo per citarne alcuni, torna l’avvocato Guido Guerrieri con i suoi ricordi, le sue passioni, i suoi dubbi, molti, e le sue certezze, a volte poche, sulla vita, la sua e quella che gli sta intorno.

Torna lui ed il suo “Mr. Sacco” col quale compie ampie sedute di psicoterapia che gli consentono di restare tutto d’un pezzo.

Avvocato progressista o comunque, come si ritiene lui, uomo di sinistra, Guido Guerrieri attraversa la scena di Bari, di una Bari diversa da come era un tempo, quando lui era ancora molto giovane, e dalla quale trae episodi della sua vita passata, dei suoi ricordi e, ogni tanto, alcuni suoi amici o conoscenti che ritornano a popolare il suo presente con apparizioni più o meno fugaci.

Attraverso i flashback, che in quest’ultimo costituiscono assai di più un modo per conoscere la sua storia passata, Guerrieri riflette sul senso delle cose, della vita e sul suo ruolo.

Personaggio con una buona dose di humour, Guido Guerrieri guarda alle sue vicende personali con grande distacco critico, mentre vive con grande passione le sue vicende professionali, pur non perdendo mai la serena capacità di sorridere di sé stesso, guardandosi allo specchio di una sorta di logica che introduce un velo di comicità ironica nelle sue vicende.

Ma proprio questi aspetti, sottili e ben disegnati, costituiscono a nostro avviso la chiave del successo di un personaggio che vive le sue vicende in qualcosa che è assai ben più di un semplice legal thriller.

L’Ispettore Carmelo Tancredi, Consuelo ed altri sono le figure che ruotano intorno a lui, quasi come angeli custodi, aiutandolo nel suo faticoso percorso di giungere alla verità che non è solo quella processuale, perché, in realtà, Guido Guerrieri vuole giungere alla verità vera, quella che “grida nelle piazze”, come avrebbe detto Niccolò da Cusa perciò detto il Cusano.

E nella sua ricerca appassionata della verità Guerrieri vince, anche a costo di ricevere nella sua vita personale piccoli e grandi colpi, ma lui va avanti, un po’ Don Quixote, ma anche un po’ guascone e, comunque, uomo di intelligenza sottile e di preparazione professionale altissima, oltre quella che è a suo giudizio espresso. E stavolta Guerrieri non vince alla fine dell’ultimo round ma solo dopo, e questo perché non poteva vincere subito visto che la verità, quella “urlante”, è nascosta tra le pieghe d’una coperta trovata ma non dispiegata, non “scrullata” per farne cadere via i pezzi del mistero, rivelandolo.

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