Terzapagina – “My China’s Experience” (La mia personale esperienza della Cina) – 1°

Zhou en Lai nella famosa fotografia di Giorgio Lotti

Non sono ancora mai stato in Cina ma ho fatto una lunga esperienza di questo Grande Paese attraverso immagini, reportage (quelli di Epoca, soprattutto, all’inizio) e poi libri, romanzi, racconti, film (l’ultimo è stato L’Angolo Rosso) e poi lavorando a contatto con alcuni dottorandi e ricercatori cinesi alla Università degli Studi di Roma “La Sapienza” (D.W., T.W. e D.P.) e infine avendo un notevole scambio di conoscenze con un visiting professor (C.D.).
Si può dire che tutto possa aver avuto inizio dalle pagine di Epoca, il settimanale che comprava mio nonno Vincenzo, e che era ricchissimo di immagini in ogni suo servizio. Era Epoca un grandissimo giornale, sulla scia di Life, con un parco di giornalisti, reporter e fotoreporter davvero eccellente; basta ricordare: Walter Bonatti, Mauro De Biasi e, poi, Giorgio Lotti! Sì Lui, ovvero l’Autore di un ritratto, quello di Zhou en Lai, che è passato alla storia ed è divenuto leggenda, al punto che Zhou en Lai lo rese la sua immagine ufficiale.
Ma lascio la parola proprio a Giorgio Lotti (in una intervista a Varesenews del 2004) per descrivere come sia nata quella immagine, quella che apre il testo di questo articolo: “… Ero a Pechino e grazie all’ambasciatore italiano partecipai ad una festa in cui era presente Zhou en Lai. L’ambasciatore mi raccomandò di non portare la macchina fotografica perché vi era l’assoluto divieto. Io però non ebbi il coraggio di lasciarla a casa e da buon fotografo la infilai in tasca. All’ingresso una lunga coda  di persone aspettava di salutare il primo ministro. Io ero circa a metà e pensai che l’unica occasione per poterlo fotografare era nel momento del saluto. Uscii dalla coda e mi misi per ultimo; non avrei potuto chiedergli uno scatto se avesse dovuto ricevere altre persone. Il mio pensiero era come riuscire a comunicare, la fortuna volle che Zhou en Lai avesse studiato in Francia e conoscesse alla perfezione il francese. Quando arrivai al suo cospetto mentre gli chiedevo di poter fare un ritratto lo invitai ad accomodarsi su una poltrona. Sapevo di avere la possibilità di un solo scatto come da cultura cinese. Il primo ministro accettò di farsi fotografare ma  non essendo molto convinto della prima fotografia gli chiesi la possibilità di scattarne un’altra. Il quel momento il suo assistente gli comunicò che in sala lo stavano aspettando e lui tolse lo sguardo dall’obbiettivo per guardare lontano. Così nacque il ritratto. Una volta tornato in Italia l’ambasciatore cinese mi chiese una copia della foto su richiesta esplicita di Zhou en Lai. Inviai la foto ma solo dopo tre anni seppi che era diventato il ritratto ufficiale…
Ci sono poche immagini, secondo me, che possono fissare l’idea di un uomo e di un’epoca, ebbene quella di Giorgio Lotti lo è stata e al punto che è divenuta, in Cina, l’immagine più famosa, molto di più di quella di Che Guevara…
Era il 1974 o giù di lì: circa sei anni prima era iniziata la mia esperienza della Cina, proprio attraverso le immagini ed i servizi di Epoca.
La sfogliavo e vedevo le immagini dei servizi che parlavano di Mao, di Pechino, perché Epoca pubblicò diversi servizi sulla Cina, che allora era un argomento interessante perché c’era in corso la Guerra del Viet-Nam.
Di lì a poco sarebbe cominciata la distensione USA-Cina voluta da Kissinger e Nixon con gli incontri di ping-pong, ricordo che Alighiero Noschese ne propose una parodia in TV (“…il più bello sei tu, con gli occhi all’insù…” diceva la battuta principale!), distensione che avrebbe poi messo fine alla guerra in Indocina.
Ecco! Comincia così la mia personale esperienza della Cina, quella che vi racconterò da oggi, se me lo permetterete…

1° – segue

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