Terzapagina – Quei commissari che escono dai libri… 3°

…Chi è che scassa?
Sarà poco poetico ma il vicequestore Rocco Schiavone ha una sua autenticità romanesca che è disarmante. Antieroe per eccellenza è, tuttavia, un personaggio notevole che sa di essere così come si mostra perché ogni giorno, un po’ come accadde a Bilbo e Frodo indossando l’anello del potere, dovendosi occupare della cattiveria umana, quella cosa gli resta appiccicata addosso.
Lei dottore, – dice Schiavone al dottor Negri nell’ultima fatica letteraria di Antonio Manzini – dopo ogni operazione può lavar via i resti, ma io ogni volta mi sento appiccicato addosso il lordume che viene fuori dagli uomini…” (non è proprio la citazione esatta ma comunque così la ricordiamo!)
Con una difficile infanzia trasteverina, con improbabili amici che sembrano usciti dalle pagine di Pasolini, Rocco Schiavone è un detective singolare: su un fondo psicologico di base, lui modella la sua conoscenza del mondo e delle persone e riconduce la soluzione del caso alle intuizioni che ne derivano.
L’unica cosa che stride, ma che lo rende unico, è quel suo vivere sul filo del rasoio, tra la preghiera laica mattutina e l’intascare qualcosa a carico dei delinquenti scoperti e defraudati.
Marco Giallini, nella versione televisiva, incarna alla perfezione il personaggio dei romanzi: rude sino all’inverosimile, sgangherato, ma pur sempre un tutore dell’ordine che cerca di rettificare le storture di una giustizia non sempre giusta e non sempre pronta a colpire il malvagio.
A differenza di altri, la sua squadra è di ostacolo con D’Intino e De Ruta alla sua efficienza, recupera con Scipioni e, talora, con Perron, avendo un lato oscuro in Caterina.
In realtà, Schiavone è un Holmes senza Watson, a meno che non possa esser Watson quel patologo Fumagalli, talora un po’ macchiettistico.
Schiavone vive in un mondo di violenza dal quale riesce ad uscire solo con il fantasma della sua Marina che, purtroppo, proprio quel mondo gli ha sottratto…

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Marco Giallini sul set

Ben diverso risulta il Montalbano di Camilleri, commissario questi, interpretato da Luca Zingaretti in modo altrettanto magistrale.

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Luca Zingaretti alias il Commissario Montalbano

Dicono taluni che sia anche lui una sorta di antieroe, però in fondo è una persona che non riesce a coniugare il lavoro, suo, con una possibile famiglia da costruire con quella Livia eterna fidanzata che vive a Boccadasse, lontanissima dall’inesistente cittadina siciliana di Vigata.
Attorniato da Fazio e Mimì Augello, con l’improbabile Catarella, Salvo Montalbano è un disilluso poliziotto che ha un debole per la tavola, unitamente alla capacità di saper ricostruire trame nelle quali sono fondamentali il riconoscimento delle miserie umane e dei limiti di una società che paga, giornalmente, il suo debito a mafie varie e alle mille debolezze, difetti che spingono gli uomini sulla via del delitto.

Esiste una singolarità che accomuna un po’ la maggior parte dei personaggi che abbiamo indagato in questa panoramica: Maigret ha problemi con il giudice istruttore, Soneri, Schiavone e Montalbano ne hanno con i loro “questori” e tutti, in fondo, riescono nel loro lavoro proprio per questo!

gmdp

(fine)

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