Tornano le visite guidate nel Parco archeologico dei Cunicoli di Claudio

Foto di Marica Massaro

AVEZZANO – Con l’arrivo della primavera riprendono le visite al Parco archeologico dei Cunicoli di Claudio ad Avezzano.

In collaborazione con il Comune, la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di L’Aquila e Teramo presenta un programma di aperture che consentirà di visitare i resti dell’Emissario realizzato dall’imperatore Claudio tra il 41 e il 52 d.C.

La visita si svolge tra il percorso all’interno del Cunicolo del Ferraro, che permette di addentrarsi per ca. 200 metri in una delle gallerie di servizio che ha conservato intatto l’aspetto di epoca romana, e il tratto iniziale del Cunicolo Maggiore, dal monumentale ingresso a tre archi.

Le visite, a gruppi di 15 persone, sono condotte da personale della Soprintendenza e si svolgono secondo il programma allegato; è necessaria la prenotazione al n. 0863/455734 (dal lunedì al venerdì, ore 9.00/14.00).

Scuole e gruppi organizzati con accompagnatore possono concordare ulteriori date, contattando il numero indicato.

Brevi note storico-archeologiche

Il Parco archeologico dei Cunicoli di Claudio è collocato ad Avezzano (Aq), ai margini della piana del Fucino, formatasi a seguito della frequente attività tettonica appenninica; fino alla metà dell’Ottocento, questa conca intramontana era occupata dal lago Fucino, per estensione il terzo d’Italia; lungo circa 19 km e largo 10 km, con una profondità massima di circa 20 m.

La mancanza di un vero e proprio emissario naturale, capace di recepire gli eccessi, ha costituito, invece, l’aspetto più problematico del regolare controllo delle acque; in epoca romana, la pressante richiesta di intervento, avanzata più volte dagli abitanti del posto, fu accolta da Giulio Cesare, che inserì la regimazione del Fucino in un insieme organico di grandiose opere infrastrutturali.

L’improvvisa morte di Cesare non consentì la realizzazione del progetto, ripreso e portato a termine da Claudio tra il 41 e il 52 d.C.

Per alcuni secoli l’Emissario di Claudio dovette rimanere in uso, ma al progressivo calo della manutenzione, dovuto alla fine dell’Impero romano, si associò l’evento sismico di fine V-inizi VI sec. d.C., che portò alla completa dismissione dell’opera: le acque occuparono di nuovo le loro antiche sedi, riproponendo i problemi legati alla loro instabilità naturale.

Dopo vari tentativi di ripristino nel corso dei secoli, nel 1853 l’incarico di restauro fu affidato alla “Compagnia Anonima Napoletana”, della quale Alessandro Torlonia rilevò subito tutte le quote (1854), per giungere alla conclusione dell’intervento nel 1875.

L’iniziale progetto di restauro dell’Emissario romano si trasformò, tuttavia, nella realizzazione di un’opera di più ampie dimensioni che portò al totale prosciugamento del lago Fucino.

(Fonte Soprintendenza ABAP per le province di L’Aquila e Teramo)