Trattativa LFoundry. Tra mille preoccupazioni, Azienda e Sindacato vicini all’accordo

AVEZZANO – Trattativa L-Foundry, a oltre due anni dai cambiamenti finanziari e societari, e a circa sei mesi dall’avvio della trattativa per il rinnovo del contratto aziendale, sembra, seppur tra molte preoccupazioni, arrivato il momento di concretizzare. La parola fine a questa lunga storia, infatti, potrebbe arrivare nella giornata di venerdì prossimo quando azienda e sindacati torneranno ad incontrarsi.

Dal sindacato e dalla Rsu della LFoundry, però, permangono perplessità riguardo la “vision” strategica a lungo termine della proprietà per quanto concerne lo stabilimento di Avezzano. Un argomento, questo, che probabilmente, nei due anni trascorsi, avrebbe necessitato di una presenza istituzionale un tantino più autorevole, sia a livello di governo che a livello di Regione ed enti locali.

Questa la nota dei sindacati Fim, Fiom, Uilm, Failms e della Rsu LFoundry di Avezzano: «Riorganizzazione o ristrutturazione? Qualcuno lo ha chiesto, perché osservando le modalità con le quali si è proceduto per riorganizzare il reparto di ingegneria e si continua a procedere nei vari dipartimenti di supporto, viene da pensare proprio a questo.

Non convince l’operazione, soprattutto perché i cambiamenti annunciati e quelli sussurrati non fanno percepire una visione di futuro a medio e lungo termine, né un consolidamento del programma di sviluppo industriale. Dalle spiegazioni forniteci non traspare quella progettualità che fa la differenza tra un’operazione meramente finanziaria a breve termine ed una propriamente industriale, di prospettiva.

Non possiamo non pensare che alla base delle scelte che ci hanno portato sotto questa nuova proprietà, c’era una domanda così posta: cos’è meglio, un proprietario cinese che vuole investire 1,6 miliardi di dollari e che potrebbe raddoppiare lo stabilimento, oppure uno americano che vorrà sicuramente ridurre il personale? Beh, da quel novembre 2018 è passato un po’ di tempo e la risposta la conosciamo tutti ma, purtroppo, è un po’ diversa da quella pronosticata e, ormai, chi aveva posto il quesito non c’è più, avendo venduto le quote…

Poi è arrivato il rappresentante della nuova proprietà, dichiarando che il nostro stabilimento era una miniera di know-how al punto da aver vinto la competizione con una intera provincia cinese, convincendoci che, il cinese buono, con molti soldi da investire era effettivamente arrivato… ma di quel denaro nulla è giunto in Italia e nulla vi rimane, poiché dobbiamo autostenerci nei costi ed i proventi delle vendite rimangono nell’altra metà del cielo. Siamo preoccupati!!!

Questo sito ha molto da offrire, a partire dalle competenze dei dipendenti, ma in un momento straordinario come questo per il rilancio del mercato dei semiconduttori offerto dalla iperdigitalizzazione di ogni settore, quale opportunità viene proposta? Chiediamo l’attenzione delle Istituzioni: di chi controlla i rapporti commerciali internazionali, di chi potrebbe vedere in questo ramo specializzato una sfida per lo sviluppo industriale nazionale e di chi gestisce il Pil a cui dovrebbe contribuire una impresa socialmente responsabile!» FIM, FIOM, UILM, FAILMS ed RSU LFoundry

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