Tribunali a rischio soppressone. Lettera di sindaci, parlamentari e ordini forensi alla Casellati per una “proroga di emergenza”

AVEZZANO – L’emergenza della precarietà, così potremmo definire la pirandelliana situazione nella quale versano i tribunali cosiddetti “Minori“, di Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto a rischio soppressione.

Dopo la decisione di stralciare l’emendamento che prorogava ancora l’agonia delle quattro sopprimende sedi giudiziarie abruzzesi, ora sindaci e parlamentari delle aree interessate hanno elaborato un documento nel quale si chiede alla Presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, di inviare il disegno Caliendo in Commissione Giustizia del Senato in sede deliberante per recuperare il tempo perso.

Insomma, un appello affinché si adotti l’emergenza per produrre un atto di “precarietà salvavita“. Una sorta di maschera a ossigeno che eviti la morte immediata dei quattro tribunali abruzzesi.

Il documento inviato alla Presidente del Senato

A sintetizzare quanto fatto, un nota diffusa dagli uffici del Sindaco di Avezzano: «Operazione proroga chiusura del tribunali abruzzesi in “corsia preferenziale” sotto forma del disegno di legge presentato dai senatori Giacomo Caliendo, Gianluca Castaldi, Riccardo Nencini e altri.

La Presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati

Per provare a rimettere i tribunali in carreggiata sindaci, presidenti di province e degli ordini degli avvocati e parlamentari (i senatori Gianluca Castaldi, Gaetano Quagliariello, Nazario Pagano, Luciano D’Alfonso, e i deputati Stefania Pezzopane, Carmela Grippa e Camillo D’Alessandro) intervenuti al nuovo vertice a distanza, (altri erano assenti per impegni in aula) seppur con qualche sfumatura diversa, lanciano un accorato appello alla presidente del Senato, Maria Alberta Casellati, affinché “assegni il disegno di legge Caliendo alla commissione giustizia in sede deliberante” in modo da essere approvato nel più breve tempo possibile.

“Il provvedimento in esame – sottolinea il documento appello elaborato dai presidenti degli ordini degli avvocati, Vittorio Melone, Silvana Anna Vassalli, Franco Colucci, e Luca Tirabassi, condiviso dagli amministratori locali, Domenico Di Berardino (vice sindaco di Avezzano), Mario Pupillo (sindaco di Lanciano e presidente della Provincia di Chieti), Anna Maria Casini (Sulmona) e Francesco Menna, (Vasto), il presidente della provincia dell’Aquila, Angelo Caruso, e i parlamentari, che sarà inviato alla Casellati – riprende integralmente il testo dell’emendamento al decreto legge 80/21 approvato all’unanimità in tre diverse Commissioni (Giustizia, Bilancio e Affari Costituzionali) del Senato, poi stralciato per estraneità di materia per cui è certamente completo e già individua la copertura finanziaria”.

“Approvare la proposta Caliendo in sede deliberante della Commissione Giustizia”

La salvezza dei tribunali abruzzesi fino al 2024, quindi, sembra ancora alla portata visto che lo stop imposto all’emendamento dalla Presidente del Senato non sembra proprio insormontabile.

“Abbiamo ancora ben a mente le parole che ha pronunciato in aula parlamentare la notte tra il 29 e 30 luglio -ricorda  nella lettera appello il gruppo di lavoro, che nella riunione precedente ha nominato coordinatore Gianni Di Pangrazio – anche in relazione alla bontà del contenuto dell’emendamento nonché e, soprattutto, all’opportunità di procedere alla presentazione di un disegno di legge (così come da subito prospettato dal senatore Caliendo) da far passare in deliberante.

Pertanto, nel richiamare le parole che ha pronunciato, siamo a unirci alla richiesta già avanzata dai presentatori del disegno di legge affinché venga assegnato alla commissione giustizia in sede deliberante in modo da essere approvato nel più breve tempo possibile”.

Ora, quindi, non resta che attendere le mosse della presidente Casellati, che aveva espresso parere favorevole in prima battuta, per capire se lo stop all’emendamento pro-proroga di chiusura dei tribunali abruzzesi è stato un incidente di percorso, oppure se il “de profundis” è calato dall’alto».

La Politica decida se i quattro Tribunali debbono vivere o scomparire

Sperando di non essere ripetitivi e noiosi, riteniamo che i cittadini abruzzesi, tutti, meritino maggiore rispetto.

La Politica, se ancora esiste quelle con la “P” maiuscola, deve prendersi la responsabilità di decidere.

E’ inaccettabile, dopo quasi vent’anni, che si vada ancora avanti a proroghe e palliativi. La “Politica” deve dire se quei quattro tribunali sono un peso o una risorsa, e decida di conseguenza, costi quel che costi.

Se sono un peso, si abbia il coraggio dirlo e li si chiuda in quattro e quattr’otto.

Se sono una risorsa, allora lo si dica altrettanto chiaramente, si disponga il loro mantenimento e, quindi, si metta mano agli investimenti su strutture, strumentazioni, personale e quant’altro.

L’emergenza della precarietà, nemmeno a Pirandello sarebbe venuto in mente tanto…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *