Tumori e malattie degenerative delle ossa: concluso il corso di radiologia interventistica che ha richiamato specialisti da varie regioni

L'Ospedale San Salvatore dell'Aquila

La formazione si tiene con cadenza annuale. In 15 anni, all’Aquila, sono stati formati 300 medici della branca, soprattutto delle regioni centro-sud, sui trattamenti avanzati contro le specifiche patologie

L’AQUILA – Trattamenti avanzati di radiologia interventistica, su tumori e malattie degenerative di ossa, rachide e bacino, illustrati a specialisti provenienti da diverse regioni italiane.

Ieri, 30 marzo, all’ospedale San Salvatore dell’Aquila, si è concluso il corso che si svolge ogni anno, curato dal servizio Radiologia, diventato nel tempo punto di riferimento formativo regionale e ultra.

Le sedute di formazione sono state organizzate dal dr. Luigi Zugaro, responsabile della radiologia del pronto soccorso dell’ospedale, in collaborazione con i colleghi Francesco Arrigoni e Silvia Mariani, nell’ambito dei programmi didattici del prof. Carlo Masciocchi, direttore della radiologia, e del prof. Ernesto Di Cesare, direttore di neuroradiologia.

La radiologia aquilana, che esegue ogni anno oltre 2000 procedure infiltrative ecoguidate e Tac guidate nel trattamento di patologie degenerative tumorali dell’osso e delle parti molli, richiama da tempo molti pazienti da altre realtà italiane, in particolare dalle regioni del centro- sud.

Si tratta di utenti che si affidano agli specialisti aquilani della branca per patologie che presuppongono approcci specifici, strumentazioni all’avanguardia e, ovviamente, alta professionalità. Uno standard di qualità acquisito con fatica, impegno e innovazione, accompagnati da voglia di crescere e dalla ricerca.

Nel volume di attività dell’équipe del San Salvatore rientrano oltre 200 prestazioni, tra biopsie ossee e trattamenti di tumori benigni e maligni dello scheletro.

Le tecniche adottate offrono il vantaggio, nei casi in cui è possibile, di rimuovere i tumori dell’apparato muscolo-scheletrico senza ricorrere al bisturi, quindi in modo mininvasivo, con minore sofferenza per il paziente, con riduzione dei tempi di degenza e recupero più rapido.

Negli ultimi 15 anni la scuola aquilana ha formato circa 300 specialisti, arricchendo il patrimonio professionale sanitario delle regioni da cui provengono.

Nell’edizione formativa appena conclusasi, tra l’altro, agli specialisti che hanno seguito i corsi è stato distribuito un manuale pratico per facilitare le modalità di attuazione delle procedure illustrate durante il ciclo didattico.

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