Ucciso a 21 anni in un attentato. Commemorato il Carabiniere Nazzareno Rosati a Magliano Sabina

RIETI – Ieri mattina, in località “Berardelli” nel Comune di Magliano Sabina, è stato commemorato il Carabiniere Nazzareno Rosati, nato a Giano nell’Umbria, Perugia, il 4 febbraio 1900, ucciso a soli 21 anni nel corso di un vile attentato posto in essere da un gruppo di sovversivi il 18 giugno 1921.

Un agguato premeditato e vigliacco che si consumò a circa 5 km dall’attuale Comando Stazione Carabinieri di Magliano Sabina, lungo la S.P. 54 che conduce a Rieti.

La commemorazione è stata fortemente voluta dal Comandante Provinciale Colonnello Bruno Bellini che in un breve discorso di presentazione ha ricordato l’evento, la tensione, il clima d’incertezza che caratterizzavano quel periodo e la brutalità con la quale è stato ucciso il militare.

Per l’organizzazione è stata determinante la collaborazione del Sindaco di Magliano Sabina, Giulio Falcetta, che ha dimostrato grande sensibilità e che, nel suo commosso saluto ai presenti, ha sottolineato la giovane età del militare dell’Arma divenuto, di fatto, cittadino di Magliano Sabina.

La breve ma significativa cerimonia si è svolta alla presenza di ben sei pronipoti del militare: Rosati Stefania, Massimo, Stefano e Daniele, Matteucci Massimo e Valentini Francesco, rintracciati nello spoletino ed intervenuti con entusiasmo unitamente alle rispettive famiglie.

Oltre al Sindaco e al Comandante Provinciale hanno presenziato il Capitano Carmelo Ceraolo Comandante Interinale della Compagnia di Poggio Mirteto, il Luogotenente c.s. Renzo Verducci Comandante della locale Stazione Carabinieri ed una nutrita rappresentanza dell’Associazione Nazionale Carabinieri, Sezioni di Fara in Sabina e Torri in Sabina che ha provveduto alla lettura della preghiera del Carabiniere.

Presente anche Don Ariel, parroco di Magliano Sabina che ha invitato tutti alla preghiera ed ha benedetto la stele eretta in ricordo del militare ucciso.

Il camion sul quale viaggiava Nazzareno Rosati, trasportava un Plotone di Carabinieri inviati da Rieti in rinforzo al locale Comando Stazione dal Prefetto di Perugia (all’epoca competente su quel territorio) per cercare di sedare i disordini e controllare la tensione sociale che caratterizzavano quel territorio nell’incandescente clima creatosi nel corso delle locali consultazioni elettorali.

Il camion, giunto in quella località, nel corso di una vera e propria imboscata venne travolto da violente scariche di armi da fuoco che colpirono a morte il Carabiniere Nazzareno Rosati e ferirono altri quattro militari: Giuseppe Izzo, Gervasio De Vito, Vincenzo Graco e Gerardo Calandriello.

Il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri all’epoca precisò che “il Carabiniere Nazzareno Rosati è deceduto a seguito di un conflitto a fuoco nell’adempimento del proprio dovere, compiendo azione degna del massimo plauso poiché sacrificò la sua stessa esistenza alla giovane età di 21 anni”.

Ieri, in occasione della ricorrenza, dopo tanti anni e per la prima volta, sono stati deposti dei fiori proprio lì sul luogo dell’attentato, dove il 17 maggio 1933 era stata posta una stele in ricordo del militare ucciso.

Dopo la commemorazione i familiari del militare sono stati ricevuti al Comando Provinciale di Rieti ove hanno potuto apprezzare il busto realizzato nel 1933 dallo scultore reatino Cristo Giordano Nicoletti, opera rinvenuta nel 1982 dal Maggiore Goffredo Grossi Presidente della Sezione di Rieti dell’Associazione Nazionale Carabinieri e restaurato nel 2021 dal Brigadiere Mauro Amedei, addetto all’Ufficio Comando del Comando Provinciale di Rieti.

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