Un Cioccolatino Storico. “Chiedi alla polvere”, storia dello scrittore John Fante

AVEZZANO – Buongiorno carissimi lettori ma soprattutto benvenuti al secondo appuntamento settimanale con i racconti del Cioccolatino Storico. Quest’oggi ci piacerebbe raccontarvi – in maniera breve e concisa – la storia di un grande scrittore statunitense d’origine abruzzese: John Fante. E’ uno scrittore che vale scoprirlo ma soprattutto leggere le sue opere.

Ma ora scopriamo la sua storia.

John nacque l’8 aprile del 1909 a Denver da Nicola Fante immigrato italiano di Torricella Peligna (CH) e da Mary Capolungo anche lei d’origine italiana (i genitori erano della Basilicata).

Il piccolo John crebbe a Boulder ove trascorre un’infanzia turbolenta, ma nonostante tutto riesce a diplomarsi e ad iscriversi, seppur per un breve periodo, presso l’Università del Colorado. Aimè non concluse l’università, nonostante ciò coltivò la sua predilezione per la scrittura!

Nel 1930, dopo aver lasciato il tetto famigliare vista la pessima condizione economica dei suoi, si trasferì a Los Angeles.Con la pubblicazione dei suoi primi racconti – uscivano su diverse riviste in forma breve – la sua famiglia si trasferì in California.

Oltre nel scrivere John, agli inizi degli anni ’30, iniziò una prolifica collaborazione con Hollywood in veste di sceneggiatore: lavoro che non amava di certo ma che però gli garantiva un valido sostegno economico. Ebbe modo anche di collaborare con il cinema italiano, in particolar modo con Dino De Laurentiis.

Tra il 1934 ed il 1936 inizia la stesura del suo primo romanzo “La strada per Los Angeles” che verrà pubblicato postumo nel 1985. Nel 1938 pubblicò “Aspetta primavera, Bandini” che avrà un grande successo e l’anno successivo pubblicò “Chiedi alla polvere”.

Durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, John entrò in una seria crisi narrativa, dovuta al suo impegno di collaboratore per i servizi d’informazione per l’esercito degli Stati Uniti.

Nel 1937 sposò Joyce Smart con la quale avrà quattro figli, tra cui Dan anche lui scrittore.Passato il turbine della guerra, John riprese la carriera da scrittore e nel 1952 pubblicò “Un vita piena”: quando tutto sembrava andare per il verso giusto, gli fu diagnosticato il diabete e questo lo porterà ad avere sfiducia nei confronti del futuro.

Ma nel 1978 qualcosa cambiò, e questo fu dovuto all’incontro con Charles Bukowski (si quello delle frasi spesse volte condivise su questo social). Bukowski aveva una sorta di venerazione per John, tant’è vero che disse: “Fante era il mio Dio”.

La malattia andava avanti però. Diventò cieco e subì anche l’amputazione di entrambe le gambe. Il suo ultimo romanzo, “Sogni di Bunker Hill”, fu dettato da Fante alla moglie.

John morirà in una stanza della clinica Motion picture and television country house (Los Angeles) l’8 maggio del 1983: ha lasciato numerosi inediti che poco per volta stanno facendo riscoprire un autore di notevole rilievo.

Un Abbraccio Storico

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