Un Cioccolatino Storico. “Fermatevi non spargete il sangue innocente”, storia di un miracolo di San Bernardino da Siena nella città di Aquila

L’AQUILA- Buongiorno carissimi lettori ma soprattutto benvenuti al secondo appuntamento settimanale con i racconti del Cioccolatino Storico. Il 20 maggio del 1444 moriva ad Aquila (così si chiamava all’epoca il capoluogo abruzzese) il frate francescano Bernardino da Siena fine teologo e santo della chiesa cattolica: una personalità assai importante per il panorama francescano e non solo. Celebri erano le sue “Prediche” rivolte anche contro i potenti dell’epoca (pensate alle prediche contro l’usura) e le sue missioni tra il Popolo di Dio, pensiamo alla sosta che ebbe lo stesso frate a Scurcola Marsicana intorno al 1438 (vi lasciò la bastoncella e molta della sua spiritualità), ma oggi però vi vogliamo parlare di un miracolo avvenuto a qualche giorno di distanza dalla morte di fra Bernardino ad Aquila.

Bastoncella di San Bernardino da Siena (Scurcola Marsicana)
(foto web)

Il testo che vi stiamo per riportare è tratto dal capitolo III della ““Vita di San Bernardino da Siena” scritta da Mons. Luigi Maria Cardelli visitatore apostolico in Asia Minore nel 1826. Il Capitolo in questione è intitolato così: «Prodigioso avvenimento per cui uscendo dalle narici del corpo morto di Bernardino una gran copia di vivo sangue restò estinta una crudele sedizione insorta tra cittadini dell’Aquila».

San Bernardino da Siena
(foto web)

E questo è parte del capitolo in questione:

“Mentre giaceva ancora insepolto il sacro corpo di Bernardino esposto nella cassa di legno che come abbiamo di sopra narrato era custodita a parte in una cappella della chiesa di san Francesco, nacque una grave dissensione tra la plebe ed i primarii della città, che si vide ben presto cresciuta in un’aperta sedizione. Imperciocché essendo stati decapitati per ordine de’ scabini ossia consoli della città quattro de’ cittadini inferiori, montati questi in una furia da pazzi se la presero contro i superiori, carcerandone molti gli uni dopo gli altri con animo di volere ad essi mozzar la testa. E già condotti que’ nobili personaggi al luogo del supplizio, come se stati fossero malfattori de’ più malvagi o pubblici assassini, e genuflessi e cogli occhi bendati benché avessero adoperato, ma in vano, ogni industria per difendersi e discolparsi, altro non aspettavano tremanti che il colpo del carnefice; quando si udì nell’aria una voce che fu sentita da quanti ivi si ritrovavano con gran terrore , la quale gridò tre volte: «Fermatevi non spargete il sangue innocente; ma andate subito alla chiesa de’ frati minori , ed ivi troverete in abbondanza ciò die bramate».

Mappa dell’Aquila prima del terremoto del 1703
(foto web)

Atterriti que’ sediziosi cessarono da più commettere la loro barbara sceleraggine incominciata, e portatisi frettolosamente alla chiesa di s. Francesco, ritrovarono che dalle narici del corpo morto di Bernardino scaturiva sangue in tanta copia come se fossero state due fonti ài acqua abbondante; dimanierachò la cassa di legno in cui giaceva il santo corpo, benché chiusa di ogni intorno, non potendo soffrire la violenza che il sangue crescendo sempre più cagionava, lo diffondeva da’ lati ed aveva il coperchio rimosso ed incalzato. Il corpo nuotava nel sangue e le vesti che lo coprivano ed i panni di seta posti sopra il sepolcro erano inzuppati nel sangue; e continuò quella prodigiosa inondazione fìnattantochè gli inferiori ed il popolo prostrati a terra umilmente e con divozione domandarono per-r dono e misericordia a Dio dello enorme loro misfatto. Molti raccolsero di questo sangue con panni di lana e di lino colla bombagia in ampolle ed in altri vasi di vetro, e serri a molti di rimedio mirabile per guarire da varie infermità. S. Giovanni da Capistrano portò seco per molti anni di questo sangue in un vasetto e tutto sollecito in procurare le glorie del suo santo maestro, sanò con esso molti malati […]”.

Mausoleo di San Bernardino da Siena (posto all’interno della Basilica aquilana che porta il nome del santo senese)
(foto web)

Ps: come ieri, anche questa volta, abbiamo deciso di riportare in maniera integrale ovvero nella lingua italiana dell’epoca in cui è stato redatto il documento.

Un Abbraccio Storico

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