Un Cioccolatino Storico. “Il conto dell’Ultima Cena”, un simpatico racconto ebraico da leggere in occasione della Giornata Europea della cultura Ebraica

AVEZZANO- Buongiorno e buona domenica carissimi lettori ma soprattutto benvenuti al secondo appuntamento settimanale con i racconti del Cioccolatino Storico. Quest’oggi in Italia e in Europa si celebra la ventitreesima “Giornata Europea della cultura ebraica” e noi di Espressione24 abbiamo deciso di farvi addentrare all’interno della millenaria cultura ebraica attraverso una delle storielle dal che vanno ad arricchire il noto humor yiddish.

In Foto: Il Tempio Maggiore di Roma
(Foto: A. Tangredi)

Ma cosa sono queste “storielle ebraiche? La storiella ebraica chiamate Jüdischer Witz o, semplicemente Witz (“barzelletta” in tedesco e yiddish) non è altro che una semplice barzelletta al cui interno – oltre al rinomato humor ebraico – contiene insegnamenti vari, litigate con Dio e persino autoironismo. Pensate che al loro interno si possono trovare sia gli stereotipi e sia una sottile vene antisemita: inoltre, queste storielle ebraiche furono studiate nel 1905 da Freud (nel “Il motto dello spirito”) in cui), rilevò come non esistesse, in altre culture, una forma letteraria analoga a quella della storiella ebraica, proprio perché è raro trovare altrove un uso altrettanto sistematico dell’autoironia.

In Foto: L’interno del Tempio Maggiore di Roma
(Foto: A. Tangredi)

E la storiella che oggi vi riporteremo unirà il mondo cattolico con il mondo ebraico. Diciamo che sono più le cose che ci uniscono che quelle che ci dividono, vabbè questa è un’altra storia e senza allungarci ulteriormente, vi lasciamo alla storiella in questione.

In foto: L’interno del Museo Ebraico
(Foto: A. Tangredi)

Buona lettura:

“Ogni anno, subito prima di Pasqua, il Capo Rabbino di Roma si presenta in Vaticano dal Papa e gli porge una busta molto antica. Il Papa la prende, scuote la testa e la restituisce al Capo Rabbino che se ne ritorna via. Questa usanza avviene da quasi 2000 anni ed è poco conosciuta da altri all’infuori dei due soggetti citati. Succede che un anno siano di nuova nomina sia il Papa che il Capo Rabbino. Quando il Capo Rabbino presenta al Papa l’antica busta, come il suo predecessore gli aveva insegnato, il Papa, come gli aveva insegnato il suo predecessore, la guarda e la restituisce al Rabbino.

In Foto: Giovanni Paolo II e Elio Toaff

Però il Papa aggiunge: “Questo rituale mi sembra strano. Non ne capisco il significato. Che cosa c’è dentro la busta?”. Ma il Rabbino risponde: “Che io sia dannato se lo so. Sono nuovo anch’io. Ma basta aprire la busta e conosceremo il contenuto”. Il Papa accetta la proposta del Rabbino e insieme lentamente e con molta cura aprono la vecchissima busta e leggono il foglio in essa contenuto… il conto dell’Ultima Cena!“.

Un Abbraccio Storico

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