Un Cioccolatino Storico. “Il viaggio di Edward”. Quarta tappa, la descrizione di Antrodoco

ANTRODOCO- Buongiorno carissimi lettori ma soprattutto benvenuti al primo dei due appuntamenti settimanali con i racconti del Cioccolatino Storico. Proseguiamo il nostro viaggio, alla scoperta dell’Abruzzo ottocentesco, in compagnia di Edward Lear: quest’oggi faremo tappa nel reatino per scoprire ciò che il pittore/viaggiatore inglese ci racconta parlando di Antrodoco. Quando Lear visitò il paese esso ancora faceva parte dell’Abruzzo, divenne parte della provincia di Rieti (e quindi della regione Lazio) nel 1927 a seguito del riordino delle circoscrizioni provinciali volute dal regime fascista.

Ma senza perderci in ulteriori chiacchere vediamo cosa ci racconta il buon Edward Lear:

“Antodoco è l’antica Interocrea sulla via Salaria; sulla sua storia moderna ho poche notizie ad eccezione del fatto che fu distrutta dagli Aquilani nel 1364 in una delle loro furiose aggressioni. La città è visitata dei “bagnanti”, ammalati che ricorrono alle acque minerali di Antrodoco e riempiono il paese nella breve stagione estiva, durante il quale questi insoliti abitanti consumano tutte le cibarie di cui dispone il mercato. La città è posta vicino il fiume Velino e quest’ultimo spesso la danneggia con improvvise inondazioni.

Edward Lear, Antrodoco

Presso il fiume, su di un largo spiazzo tra alberi e vigne, sono state erette numerose piccole tende presso le sorgenti di acqua minerale; l’efficacia di queste, sia per uso esterno che interno, è nota ai medici del regno di Napoli. I bagnati entravano e uscivano continuamente da queste tende e la scena era assi lieta. La valle di Antrodoco, che ha tre ramificazioni, offre un grandioso panorama, ma le alte montagne che la circondano le imprimono, a mio giudizio, un senso di oppressione.

Antrodoco oggi

Il paese ha l’aspetto tipicamente svizzero, o piuttosto somiglia a una località italiana ai piedi delle Alpi. Il castello pur nelle sua rovinosa decadenza, guarda accigliato da un’immensa rupe sulle case aggregate. Le donne, secondo il loro costume, indossano un lungo scialle blu-scuro sopra le altre loro vesti; esso sembra più bello che altrove poiché riescono sempre a portarlo con grazia”.

Un Abbraccio Storico

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