Un Cioccolatino Storico. Storia del santo monaco musone tanto caro alla cultura marsicana

VILLAVALLELONGA– Buongiorno carissimi lettori ma soprattutto benvenuti al consueto appuntamento con i racconti del Cioccolatino Storico. Il 16 ed il 17 gennaio sono giorni assai importanti per la maggior parte dei paesi della Marsica e non solo: sono i giorni in cui si celebra la memoria di un santo monaco musone – come lo abbiamo chiamato nel titolo- e chi sarà questo santo da brutto carattere? Non è altro che Sant’Antonio Abate.

La vita di questo grande santo egiziano tutti noi la conosciamo – poi se avete necessità di un ripasso agiografico, basta chiederlo-  ed è una personalità fondamentale non solo per il suo ruolo di regolatore di quel fenomeno religioso chiamato monachesimo (di cui Abba Shenuda è stato il fondatore) ma è anche protagonista di molte (e importanti) tradizioni culturali in ogni angolo del Mondo.

Quest’oggi prenderemo in esame tre casi: Villavallelonga, Collelongo e Magliano de’ Marsi. Dai iniziamo..

VILLAVALLELONGA (La Panarda e la Favata):

Un bellissimo aspetto della celebrazione in onore del santo egiziano a Villavallelonga (AQ) è la “Panarda” è una sorta di pasto rituale – sperando che gli amici di Villavallelonga ci perdonino- la cui prima attestazione l’abbiamo grazie ad un documento, datato 1657, in cui tale Pietro Serafini distribuiva una minestra di fave per perpetuare un voto fatto dai suoi antenati a Sant’Antonio Abate

In foto: La Panarda
foto web

Ciò che meraviglierà il turista che la prima volta partecipa ad una “Panarda” è la grande quantità delle portate: per farla breve, lì bisogna mangiare e pure tanto. Tra le portate possiamo trovare maccheroni alla chitarra, brodo, pecora alla cottora, dolci etc.

La cena si protrae per tutta la notte, sia per dare modo ai convitati di consumare agevolmente le portate, sia perché il servizio ogni tanto è interrotto da momenti di preghiera e dal canto di formule religiose, sia perché infine, ad una certa ora, le case dei panarderi vengono visitate dalle compagnie di questua.

In foto: La Favata
foto web

Oltre alla Panarda, c’è anche la Favata: essa consiste in una zuppa di fave (lessate e condite con olio e peperoncino) accompagnate da una Panetta che alcune famiglie di Villavallelonga distribuiscono sia nei giorni precedenti alla festa del Santo e sia all’alba del 17 gennaio. Come per la panarda, anche la Favata è qualcosa che viene fuori a seguito di un voto per “grazia ricevuta” da parte della famiglia dei “Pgnatune” (famiglia dei Bianchi).

COLLELONGO (Le Cuttore e i Cicerocche)

La cuttora nghelmezzata
squacquariéa…la nettata,
fra cenépre e fra marròche
pe ffa còce i ceceròcche.

Le parole sopra citate sono i versi della “Canzone di Sant’Antonio” in dialetto collelonghese. Bene, per chi va Collelongo nella sera del 16 gennaio è usanza andare di “cuttora in cuttura” ovvero in diverse abitazioni in cui c’è la presenza di un calderone (la cuttora appunto) in cui vengono cucinati i cicerocche” che dopo la benedizione a cura del sacerdote vengono distribuiti ritualmente durante la nottata e trasportati, la mattina del giorno seguente, presso la chiesa parrocchiale dove si effettua una ulteriore distribuzione finalizzata principalmente all’alimentazione animale.

In foto: La Cuttora
Foto Americo Tangredi

Al visitatore della “cuttora” verranno offerti panini, dolci, vino a volontà sempre con grande generosità e passione. Inoltre si può anche compiere un vero e proprio rito apotropaico (ovvero un rito che allontana la brutta sorte) cioè al visitatore viene permesso di rigirare per tre volte consecutive il granturco bollito, gesto anche esso apotropaico in cui ogni singolo partecipante evocala benevolenza del Santo.

MAGLIANO DE’ MARSI (La Panetta):

Anticamente, nel paese di Magliano de’ Marsi durante il giorno di Sant’Antonio Abate (o Ssant’Andono, come si chiama in questo angolo della Marsica) la Compagnia del SS. Sacramento offriva alcune pagnotte di pane. E noi vi riportiamo un fatto testimoniato da un documento d’archivio (Archivio Tavani-D’Alessandro-Aloysi) su un fatto assai intrigante:

In foto: L’antica statua lignea di Sant’Antonio Abate (Magliano de’ Marsi, Chiesa di Santa Lucia)
foto Americo Tangredi

“ La Compagnia del SS. Sacramento di detto luogo (Magliano dei Marsi) per legato nel giorno di Venerdì Santo, e nel giorno di 17 gennaio in ogni anno per ogni casa distribuisce una Palatella di pane in circa tre libbre ed al cappellano della chiesa di sant’Antonio nove pagnottelle con una pizza con qualche altra ricognizione. […] Nel venerdì santo del 1802 fu fatta la solita distribuzione del pane da Luigi Tavani, Bernardino De Simone ed altro compagno, procuratori della riferita Compagnia del SS.mo, dà quali non furono date nove pagnottelle con la pizza […] con la pretenzione spettare detta ricognizione al sacerdote don Domenico Tavani per il nome del cappellano […]

In foto: L’ex chiesa di Sant’Antonio Abate (Magliano de’ Marsi)
foto Americo Tangredi

Nell’altra distribuzione di detto pane il 17 gennaio del 1803, fatta da’medesimi procuratori, consegnarono alla casa Pozzi come a tutte le altre case la solita porzione del pane, e pagnotte tre per il canonico, il quale trovandosi in sua casa stimandosi novamente defraudato come nel Venerdì Santo, uscì di casa e disse a’ Procuratori: – Perché mi levate il pane che mi spetta come me lo levaste il Venerdì Santo, avendo io servita la chiesa di S. Antonio?- Risposero che nel Venerdì Santo fu dato al signor don Domenico Tavani, ed ora si è dato distributivamente a tutti i signori canonici, pagnottelle tre, avendo ricevuto l’ordine che si soddisfino e Messe per turnum. A questa risposta il signor canonico Pozzi disse: Se non me lo date voi, me le prendo io!- e si inviò verso la salma del pane, e prendendolo Luigi Tavani uno dè procuratori per impedire la presa, con una mano prese detto canonico nella parte sinistra, e con l’altra mano gli la pose in testa; cadde il detto pane per terra e restò calpestato dal Tavani.”

Insomma, Evviva Sant’Antonio Abate.