Un Cioccolatino Storico. Storia e origine della Calza della Befana

AVEZZANO- Buongiorno carissimi lettore ma soprattutto benvenuti al consueto appuntamento con i racconti del Cioccolatino Storico. In questa nostra prima storia dell’anno ci piacerebbe raccontarvi una storia assai interessante, che farà piacere a tutti dai piccoli ai grandi, insomma per farla breve oggi vi racconteremo la storia e l’origine della famosa Calza della Befana.

“La befana vien di notte con le scarpe tutte rotte porta un sacco pien di doni da regalare ai bimbi buoni”. Questo frammento della celebre “Filastrocca della Befana”, nella sua semplicità, possiede al suo interno un punto di partenza per capire la reale origine della Calza: la befana, da identificarsi con una signora in là con l’età che porta doni da regalare ai bambini e fino a qui ci siamo. Ma scendiamo più nel particolare e ne farlo bisogna andare indietro nel tempo fino in quei lontani giorni che seguirono la nascita di Gesù a Betlemme.

Secondo una delle versioni più accreditate, i Magi diretti a Betlemme non riuscirono a trovare il luogo in cui vivesse la Sacra Famiglia e cominciarono a chiedere in giro. E questo punto è sottolineato anche dall’evangelista Matteo nel suo vangelo scrive: “Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo”. Gli dette risposta un’anziana signora che incrociarono lungo la strada: questa donna, pur sapendo che quelle personalità importanti si stavano recando dal piccolo Gesù, in primo momento non volle andare con loro.

La donna si pentì di quella sua presa di posizione e decise di rimediare; allora preparò un cestino ricco di dolci e si incamminò alla ricerca dei Magi sperando di raggiungerli. Bussò casa per casa nella speranza di trovali, ma niente! Però, l’anziana signora, quando vedeva un bambino nella casa in cui aveva bussato lasciava dei doni nella speranza di riuscire, in quel modo, di imbattersi anche nel piccolo Gesù.

Da quel momento la donna, che prenderà il nome di befana (nome che deriverebbe dal greco epifáneia ovvero “manifestazione della divinità” in questo caso di Cristo), girerebbe il mondo regalando dolci, leccornie varie e perché no anche carbone (quando ci si comportava male) ai piccoli per farsi perdonare di non aver seguito i Magi. I piccoli di casa mettevano fuori dalla porta di casa delle calze e delle scarpe per la vecchia signora; ed era la signora stessa che decideva, se gli erano utili usava scarpe e calze, viceversa se non ne aveva bisogno riempiva le calze di dolci.

L’Epifania tutte le feste porta via, però.. Sant’Antonio abate rispose: “piano piano che c’è la mia”.

Un Abbraccio Storico

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