Una maxi operazione della Polizia Penitenziaria effettuata a Roma mette sempre più a nudo il peggiore momento storico delle prigioni d’Italia

Roma- Che il sistema Penitenziario sia al collasso è risaputo. Se ad esso ci associamo il fatto che negli ultimi decenni è completamente cambiato la tipologia di detenuto e il suo modo di interpretare la carcerazione allora i problemi per chi gli istituti di pena li gestisce aumentano in maniera esponenziale. Il tutto è aggravato dalla decisione partorita negli ultimi 10 anni a livello governativo di decimare gli organici di polizia penitenziaria, dal crescente consumo di droga e dall’avvento della tecnologia digitale. Ed ecco che ogni qual volta si decide di metterci mano con interventi straordinari quali sono le perquisizioni effettuate dalla Polizia Penitenziaria nelle modalità extra previste dall’ordinamento il risultato sembra essere quasi standardizzato.

A dir la verità oggi a Roma, e precisamente all’istituto per minori di Casal del Marmo,qualcosa di enormemente più preoccupante è accaduto. A dircelo è il segretario del Sindacato di Polizia Penitenziaria SPP Gianluca Garau, un autentico veterano della polizia penitenziaria. Durante la perquisizione straordinaria effettuata ad opera di un cospicuo contingente di Polizia Penitenziaria pervenuto da tutto il provveditorato regionale e in un istituto dove sono ristretti solo, per modo di dire, 50 detenuti, Garau ci racconta del ritrovamento di 150 di droga, di due telefonini e non si sa quanti coltelli a serramanico. Il tutto senza contare il rinvenimento di varie armi bianche come ad esempio lame rudimentali e numerose spranghe di ferro nascoste sotto i materassi o dietro le suppellettili delle camere di pernottamento.
La struttura romana che, sembrerebbe, risulta ancora danneggiata dai passati tentativi di rivolta messi in atto dai detenuti qualche mese fa, rappresenta solo la punta di un iceberg di un sistema penitenziario oramai alla deriva e non più controllabile. Insomma, è cambiata la tipologia di detenuti ma non purtroppo la mancanza di voglia da parte di chi Governa di occuparsi delle carceri cosi come si dovrebbe. Stiamo parlando di quel carcere divenuto oramai non più luogo di redenzione ma autentico simbolo di perdizione.