Una primavera di grandi risultati per l’avezzanese Michele Mastrangelo, il forte “Runner devoto alla Madonna di Pietraquaria”

AVEZZANO – Impegno, umiltà e fede, tutte riunite nella grande passione per la corsa, quella fatta con l’unico mezzo veramente ecologico che l’uomo possa possedere e usare al meglio: i piedi.

Michele Mastrangelo, avezzanese, il “Runner devoto alla Madonna di Pietraquaria” sta tenendo un calendario di partecipazioni a manifestazioni podistiche e risultati, in questa primavera, degni di un professionista.

L’anteprima di una lenta ripartenza si è verificata a Nemi con il” Trail del Bosco Sacro”. Subito dopo, ad aprile, ha colto due terzi posti di categoria m35 rispettivamente a Scoppito, in occasione del “Trail Le Turri”, e a Luco dei Marsi, in occasione del “Trail dei Marsi” sui sentieri della Dea Angizia rispettivamente di 13km con 800 m di dislivello e 18km con 1000m di dislivello, in quest’ultima occasione sfiorando il podio con un sesto posto assoluto.

Anche il Primo Maggio di Mastrangelo è stato all’insegna della corsa, partecipando a Corvaro, provincia di Rieti, al “Trail della Liberazione”, 18km con 1200m di dislivello, ottenendo un nono posto su 91 partecipanti e primo di categoria m35. La gara è l’inizio del circuito “Trail Cup della Regione Lazio”.

Ma non solo corsa fine a se stessa, come ci spiega lo stesso Michele Mastrangelo: «In ambito religioso ho seguito la Novena della Madonna di Pietraquaria, la mia patrona, e la Fiaccolata con i miei amici podisti e la Festa e la Processione della Madonna di Pietraquaria.

Ho iniziato il Mese di Maggio – ci dice – su alla Madonna di Pietraquaria prima e poi a Scurcola Marsicana la sera alle 21. Fede e corsa in montagna con il trail running sono importanti per me.

Dedico quello che faccio con la corsa – prosegue il “Runner della Madonna di Pietraquaria” -, in primis a mio padre, alla mia Madonna di Pietraquaria, cui affido la mia vita citando San Giovanni Paolo II Totus Tuus ego sum e Sub Tutela Mariae, al Vescovo Giovanni e a tutti coloro che soffrono.

Penso alle donne vittime di violenze e agli ultimi, nonché ai volontari della Mensa Caritas diocesana. Ora testa alle prossime gare – conclude -. Basso profilo e niente montarsi la testa. Quando sono infelice, non importa, corro e prego e cerco di resistere. Testa bassa e si corre. Con l’umiltà si ottiene tutto».