“Una storia che meritava di essere approfondita”: intervista ad Alessio De Stefano, l’autore del libro “Vincent Massari. Cronache di un abruzzese in America”
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AVEZZANO – E’ stato presentato alcuni giorni fa a Pescara, dopo la tappa ad Avezzano, il libro di Alessio De Stefano “Vincent Massari. Cronache di un abruzzese in America”.
Il volume, edito da Radici Edizioni – e la scelta non è casuale – racconta l’epopea di Vincenzo Massari che, lasciato il paese di Luco dei Marsi, approda in America dove vivrà la sua vita senza mai dimenticare da dove proveniva anzi, impegnandosi a mantenere vivo e saldo il legame degli emigrati con la loro terra d’origine.
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Abbiamo intervistato l’autore che con questa sua opera prima si palesa, nonostante la sua riservatezza, come un novello archeologo che si impegna a ricercare storie e a “contarle” come delle belle favole, senza però dimenticare la corrispondenza reale.
- Come è nato questo interesse per personaggi che, per un verso o per un altro, hanno reso famosa la Marsica?
Mi sono avvicinato alla storia della Marsica perché da circa tre anni ho avviato un progetto – Piccola Biblioteca Marsicana – e da lì è nata la spinta realizzare questo tipo di ricerca; di storie ce ne sono tantissime e questa di Vincent Massari meritava sicuramente di essere approfondita con uno specifico libro che lo ricordasse. Quel che cerco di fare è divulgazione attraverso internet o eventi per raccontare la Marsica, attraverso i libri, i personaggi che hanno scritto la storia di questa terra prima di noi.
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- Dunque davvero un novello “archeologo letterario”?
Sicuramente non ho quella specifica formazione però per certi versi… quando si parla di letteratura e anche di storia dell’arte della Marsica non bisogna dimenticare che la Marsica è stato un territorio molto visitato da italiani e stranieri, vedi gli artisti del Gran Tour, che raggiungendo Firenze, Roma e Napoli, dalla metà del ‘700 in poi sono giunti fino in Marsica ed è anche grazie ai loro scritti, lavori e disegni che abbiamo un considerevole patrimonio di testimonianze del territorio pre-prosciugamento e quindi del lago Fucino. La peculiarità della Marsica, che ha vissuto le due grande cesure del prosciugamento prima e del terremoto dopo, è quella di poter avere uno sguardo dall’esterno che in qualche modo ha preservato tante storie. Vincent Massari è, in questo senso, emblematico perché è proprio grazie al suo sguardo, fisicamente lontano ma empaticamente vicino alla terra natìa, che abbiamo ritrovato tante cose della nostra storia.
- Uno sguardo critico e nel contempo affettuoso, quello di Vincent che lascia intendere la realtà marsicana nei suoi aspetti, non necessariamente in negativo, e che gli permette di osservarla con maggior consapevolezza. E’ una posizione dalla quale, saggiamente, diffonde attraverso i suoi giornali Fontamara e le diverse notizie che riguardano la Marsica
Lui parte dal suo piccolo che sono i suoi compaesani in Colorado. Il giornale MARSICA NUOVA è nato con l’idea di riunire i luchesi del Colorado e poi degli altri stati e da lì allargare, includendo sia gli italiani che si trovavano in America sia le nuove generazioni che a tutti gli effetti erano americani, pur mantenendo un forte legame con l’Italia. Ed è da lì che parte poi la sua carriera politica; se non avesse avuto così a cuore il suo stato e la sua comunità sicuramente avrebbe fatto un altro tipo di percorso.
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- Che tipo di formazione culturale hai, cosa ti ha spinto a ricercare e poi a scrivere
La mia formazione riguarda nello specifico la comunicazione in ambito digitale, nel mondo del web, la grafica, la progettazione dei siti che è la cosa che mi ha permesso di avere una grande abilità nel riuscire a trovare tutti i documenti d’archivio nelle collezioni digitali; la formazione tecnica quindi è stata di grande aiuto. A livello di cultura personale ho sempre approfondito la storia del territorio perché mi sento molto legato ad esso; dopo 10 anni trascorsi a Bologna sono tornato e mi sono dedicato a questa iniziativa.
- Come mai sei tornato qui ?
Perché ad Avezzano sono presidente di un’Associazione culturale che si occupa di restauro e di artigianato; l’idea era quella di tornare per far crescere questa realtà e organizzare più eventi e manifestazioni, portando “back to home” quello che avevo appreso e quindi è stato quel posto che mi ha permesso di avviare vari progetti, tra cui quello della Piccola Biblioteca Marsicana che è stato volano del libro su Vincent.
- Cosa bolle in pentola per il prossimo futuro?
Sicuramente proseguire in quell’azione di divulgazione di cui abbiamo detto all’inizio e, per Vincent, riportare a casa questo personaggio, facendolo conoscere agli abruzzesi che ne sentono parlare per la prima volta e creare un legame affettivo con la sua storia che, sebbene abbia più di cento anni, ha molto punti di contatto con l’attualità e va letta nell’oggi. Quindi, adesso il progetto è occuparsi di questo lavoro costato due anni di ricerca e scrittura per dargli spazio e raccontarlo nel modo migliore.