Una volta si festeggiava il “I Maggio”

Dalla pagina Facebook "MeglioMilano"

Fino a non molto tempo fa, nel giorno della Festa dei Lavoratori, i cosiddetti borghesi uscivano malvolentieri perché – dicevano con retorica antioperaia – “temevano disordini”. I primi tepori della primavera  scaldavano il contesto sulle note dell’”Internazionale” e si finiva con qualche bicchiere all’osteria. Oggi è diverso. In questo 2021 il I° Maggio è speciale e irriconoscibile: morti, contagi, fallimenti, licenziamenti, disoccupazione alle stelle, disperazione. Il Covid-19 ha stroncato le speranze di una vita migliore, benché lo stile e le forme siano quelle dell’era ipertecnologica. Le piazze sono semi-deserte e non si può più manifestare liberamente il dissenso. All’orizzonte – si dice – un periodo di fervore e di crescita con i soldi dell’Europa e con i debiti accollati sulle spalle delle prossime generazioni. Padri e madri si chiedono che ne sarà del futuro dei figli, se troveranno un lavoro fors’anche precario e mal pagato. Statistiche e previsioni, soprattutto numeri veri, non depongono in favore dell’ottimismo nonostante l’impasto di tante chiacchiere di politici inadeguati e sprovveduti. La fatidica, colorata festa del I° Maggio, quest’anno è sottolineata da grosse righe di pessimismo. Alla retorica delle bandiere rosse, dei comizi e del garofano rosso appuntato sul petto, si è sostituita la retorica degli “esperti” che blaterano di oscure percentuali di crescita, mentre i lavoratori, quelli che lavoravano veramente fino a qualche mese fa, si trovano nella totale disperazione. Buon I° Maggio, comunque!

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