Violenta scritta omofoba nel Dipartimento di Scienze Umane dell’Università dell’Aquila. Le condanne di Pd Abruzzo e Ugs Abruzzo

L’AQUILA – Per dirla con il grande pittore spagnolo Francisco Goya, che il sonno della, ragione genera mostri è cosa risaputa. Il dramma è che nessuno pare averlo imparato. Così come la storia sarà anche maestra di vita, ma è una insegnante che nessuno ascolta e tutti dimenticano in fretta.

E allora oggi siamo di nuovo a parlare di una scritta su un muro che, però, non deve essere presa meramente come tale, ma, al contrario, letta bene e capita meglio.

All’interno del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università dell’Aquila, il luogo universitario dove dovrebbe farsi spazio la luce dell’intelletto illuminato, è comparsa una scritta che recita “Gay nei Forni”.

Una scritta che unisce due mostruosità in una sintesi tanto sorprendente quanto sicuramente involontaria visto che è di certo indice di un livello culturale dell’autore pressoché inesistente. Infatti, nell’unire l’avversità a chi è diverso, e richiamando alla memoria i campi di sterminio nazisti e le persecuzioni dei fascisti nel ventennio, con tre parole si uniscono due mostruosità.

Ma tant’è e ciò che deve spaventarci tutti è che il “sonno della ragione” sembra aver raggiuto ogni anfratto, ogni vicolo, ogni angolo del nostro mondo.

“La scritta comparsa sui muri del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università dell’Aquila (‘gay nei forni’) è un atto di inaudita gravità che offende l’intera comunità accademica e cittadina.

Esprimiamo la nostra più ferma condanna verso questo gesto ignobile, segno di un’intolleranza che
non può e non deve trovare spazio nelle nostre istituzioni e nei nostri luoghi di formazione”.

Lo dichiarano il senatore del Partito Democratico Michele Fina, il capogruppo dem in Consiglio comunale a L’Aquila Stefano Albano e il segretario cittadino del Pd Nello Avellani, il segretario regionale dei Giovani Democratici Saverio Gileno e la responsabile Diritti del PD Abruzzo Marielisa Serone D’Alò.

“La città dell’Aquila e la sua università devono rispondere con forza a questo episodio vergognoso – prosegue Fina – da ex studente dell’ateneo aquilano so quanto sia prezioso il ruolo dell’università come luogo di crescita, confronto e inclusione. Per questo, riteniamo indispensabile che anche il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, prenda una posizione netta di condanna, per ribadire che la nostra città non è e non sarà mai terreno fertile per l’odio”.

Albano e Avellani aggiungono: “L’Aquila ha già visto troppe volte il riemergere di messaggi violenti e discriminatori. Il Consiglio comunale non può restare indifferente: serve una risposta chiara e condivisa per ribadire che la nostra comunità respinge ogni forma di odio e intolleranza; presenteremo un ordine del giorno di condanna”.

Il segretario dei Giovani Democratici, Saverio Gileno, sottolinea inoltre “l’urgenza di una legge regionale contro le discriminazioni e la violenza, che sia un argine forte e concreto contro episodi come questo. L’Abruzzo deve dotarsi di strumenti adeguati per prevenire e contrastare ogni forma di odio. La Regione non può più tergiversare: servono risposte legislative immediate”.

Conclude Marielisa Serone D’Alò, responsabile Diritti del PD Abruzzo: “Di fronte a un atto così
vile e inaccettabile non possiamo limitarci alla condanna, soprattutto se pensiamo al fatto che dall’inizio del 2025 abbiamo già registrato in tutta Italia un’aggressione omofoba ogni sei giorni, implicando questo che ce ne sono moltissime altre che rimangono nell’ombra.

Per questo ci aspettiamo che le istituzioni locali facciano sentire la loro voce, perché il silenzio di fronte a certi atti è inaccettabile e se protratto diventa complice. È necessario un impegno concreto per promuovere una cultura del rispetto e della dignità, per l’autodeterminazione”.

Ancora più preoccupata e dura Giuliana Ciccarella, Responsabile UGS Abruzzo: “Provo profondo disgusto e difficoltà ad esprimermi per la scritta omofoba apparsa oggi nel dipartimento DSU dell’Aquila, inconcepibile che in luoghi dove dovrebbe proliferare cultura da ogni dove, ci si imbatta davanti a scritte omofobe che fanno riferimento a fatti storici accaduti realmente e che purtroppo continuano ad accadere seppur in forme diverse da quelle descritte nella frase ma comunque nutrite di violenza che spesso porta ad omicidi o suicidi.

Questo avvenimento da non sottovalutare dovrebbe ledere la sensibilità dei più, cosa che a questo punto credo sia più un illusione in questa città piuttosto che la realtà. Non è concepibile che nel 2025 ci sia ancora bisogno di ribadire che in questo mondo siamo tutti uguali e che queste meschine affermazioni sono solo frutto di una cultura che porta ad odiare il prossimo.

Mi chiedo come sia possibile che una persona sia capace di provare così tanto odio da arrivare a diffonderlo imbrattando muri che dovrebbero essere immacolati. Una scritta così vergognosa è sintomatica di una cultura dell’odio che va estirpata grazie all’istruzione ed alla condanna sociale, non abbiamo bisogno di tanta meschina grettezza.

È inutile riempirsi di belle parole e di grandi condivisioni sui social quando si sentono storie di ragazzi che si suicidano, che vengono aggrediti o brutalmente uccisi a causa di sfoghi omofobi quando poi basta andare in università e vedere scritte simili. Educhiamo alla sensibilità e all’amore per il prossimo che di odio non si vive, ricordiamoci che le parole possono uccidere”.