Covid-19 e Santa Messa. Video ironico con il “nostro” Don Franco sul protocollo per tornare in chiesa

Ma il documento Cei Tak-Force in alcune parti appare anche più… ironico

AVEZZANO – Siete abituati a vederlo tutti i giorni, sulla nostra pagina Facebook, sette giorni su sette, nell’atto di celebrare messa, in diretta dalla sua chiesa, quella di San Giovanni ad Avezzano, dall’inizio della quarantena.

Don Franco Tallarico, amico di Espressione24 e stimatissimo sacerdote e parroco di quella zona del capoluogo marsicano, ci ha sorpreso ancora una volta. E stavolta anche servendosi, a nostra insaputa per davvero non come qualche politico del recente passato, anche dei nostri mezzi.

Ha realizzato un brevissimo video, che ovviamente pubblichiamo, per ironizzare e anche sdrammatizzare sulla questione del ritorno in chiesa per la celebrazione della Messa con i fedeli presenti. Un video che prende spunto dalle difficoltà per mettere i paletti alla presenza in chiesa ai tempi del Coronavirus, e sulle previsioni normative contente nell’accordo. Questo è il video.

Video assolutamente ironico e sdrammatizzante in un periodo in cui, di sorridere e sdrammatizzare, ce ne è effettivamete molto bisogno.

Ma Cei e Task-Force governativa, a nostro parere, sono andate oltre. Nel protocollo, firmato dalle due parti, ci sono previsioni e indicazioni concrete ai sacerdoti per al ripresa della celebrazione della messa con i fedeli.

Saranno infatti i parroci, stando a quanto appreso, a dover prevedere e far effettuare l’igienizzazione di luoghi e oggetti e provvedere ad una corretta informazione dei fedeli sui rischi. Ma non finisce qui. Durante le celebrazioni deve tenersi la distanza di sicurezza di un metro, mentre all’ingresso e l’uscita dalle chiese di un metro e mezzo. Tutti coloro che parteciperanno alle messe dovranno indossare le mascherine protettive. Non sarà concesso l’accesso a qualsivoglia luogo di culto a chi presenti sintomi influenzali/respiratori o in presenza di temperatura corporea pari o superiore ai 37,5 gradi o a chi sia stato in contatto con persone positive al virus nei giorni precedenti alla funzione. Gli stessi sacerdoti, poi, dovranno individuare la capienza massima dell’edificio per rispettare il distanziamento sociale mentre non si parla di numero di persone massimo, come invece per i funerali dove è ammessa la presenza di massimo 15 persone.

Insomma, i nostri parroci dovranno trasformarsi in geometri, ingegneri, periti tecnici, infermieri, agenti di pubblica sicurezza e, una volta fatto tutto ciò potranno finalmente tornare ad essere parroci. Amen!

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