Da Vito Taccone a Mario Spallone attraversando “La Via dei Marsi” ideata da Sergio Rozzi. Una guida di “Repubblica” scopre lo scrigno Marsica

AVEZZANO – La Marsica, le montagne, i pastori, i contadini, l’ambiente, una flora e una fauna fantastici e forse unici, personaggi irripetibili come, pur le grandi diversità fra loro, “Il Camoscio d’Abruzzo” Vito Taccone, e il Medico di Togliatti, “Il Professore” Mario Spallone, indimenticato e indimenticabile Sindaco di Avezano fino al 5 giugno 2002.

Cosa può unire in un unico discorso tutto ciò, a parte la terra della Marsica? Un filo conduttore che è quello dell’orgoglio di una terra dimenticata, troppo spesso dai suoi stessi abitanti e da chi l’amministra.

E questo è ciò che ha fatto il team del quotidiano “La Repubblica” che in questi giorni ha pubblicato una guida straordinaria dedicata all’Abruzzo In Bicicletta, inserita nella serie “Le Guide ai Sapori e ai Piaceri”.

Una guida che descrive, valorizza e mette in risalto una regione intera con le sue mille caratteristiche e diversità.

Ma la parte dedicata ai percorsi in biciletta, e anche a piedi, nella provincia dell’Aquila, sezione Marsica e parchi, assume toni che vanno oltre la guida, sfiorando in alcuni tratti la poesia.

E trattandosi di Abruzzo in Bicicletta il punto di partenza no poteva che essere lui, il Canoscio d’Abruzzo, Vito Taccone. E dalle vittorie di Vito Taccone al Giro d’Italia, le sue straordinarie imprese in salita, i suoi allenamenti proprio su queste strada parte un viaggio che, leggendolo, appare come una favola.

E quelle strade diventano oggi “La Via dei Marsi” una rete, meglio dire un “sistema” di percorsi turistici e ambientali nati da una geniale intuizione di Sergio Rozzi, massimo esperto di ambiente e turismo ambientale, colta da quello che ad oggi è stato il miglior Sindaco di Avezzano, Mario Spallone, che gettò la basi per realizzare questo progetto.

E da Taccone si riparte, dal monumento e lui dedicato in Piazza Cavour per poi gettarsi in Villa e Palazzo Torlonia, attraversare la Pietraquaria e poi da lì, perdersi nelle mille strade che attraversano i monti e i parchi della Marsica.

La Marsica e la Via dei Marsi, quel popolo che prende il nome da Marte, dio della guerra, che i romani prima non riuscirono a domare e che furono costretti a proclamare “cittadini di Roma”, la cui legione fu impiegata nelle missioni di guerra e nei territori più complicati.

E in questo spostarsi da un angolo all’altro della Marsica, da un monte all’altro, da un parco all’altro, si attraversano paesi che ricordano personaggi importanti in un viaggio che lega luoghi e storia.

“La Via dei Marsi – si legge nella guida di Repubblica – conta percorsi a piedi, in bicicletta, a cavallo per 600 km, con cartografia ben dettagliata. Più che un cammino, un “sistema’.

Quasi identitario, per una terra
unica che ha dalla sua la Storia: dalle grotte neolitiche e paleolitiche ai siti archeologici della Conca di Amplero (Collelongo) di Lucus Angitiae ed Alba Fucens, i Cunicoli di Claudio e I’emissario dell’Incile, Marruvium e Ortigia, per arrivare tramite I’anello del Giovenco a conoscere Pescina e la storia-museo
Silone, Melonia, la Ferriera di San Sebastiano di Bisegna, i geositi di Monte Serrone e Gioia Vecchio, le cave di bauxite, la Cicerana con le foreste vetuste Selva di Moricento (Lecce nei Marsi) e Valle Cervara (Villavallelonga) — riconosciute Unesco dal 2017.

La Marsica, oltre 200mila ettari, 37 Comuni, quasi tutti collegati da un percorso misto non omogeneo, 130 mila abitanti, ha sempre ispirato le sue genti, da Benedetto Croce a Erminio Sipari, da Ignazio Silone a Leonardo Dorotea, attraendo nei secoli anche viaggiatori stranieri: Edward Lear, Joseph Addison, Carl Ulysses de Salis Marschlins, Richard Keppel Craven”.

Insomma, una guida leggere, anche per chi nella Marsica vive, lavora ed è cresciuto per scoprire e riscoprire, nonché conoscere tesori inestimabili che forse nemmeno si sa fino in fondo di avere.