DPCM, ovvero come cambia il nostro quotidiano

*Nota bene: la situazione, dopo la classificazione in “pandemia” del Covid-19 delle ultime ore, potrebbe seguire cambiamenti. Questi gli aggiornamenti al Decreto del 10/03/2020.

Avezzano – Tempo di fakenews e di strumentalizzazioni: in questi giorni come mai la disinformazione crea business. Proprio per questo, a seguito di numerose segnalazioni di lettori tratti in inganno da pessima informazione o da vere e proprie invenzioni, abbiamo deciso di rendere più o meno comprensibile il famoso Decreto DPCM emesso dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte l’8 Marzo per la zona rossa del lodigiano e poi esteso a tutta Italia il 9 e 10 Marzo.

Il Decreto dunque, emanato il giorno 08 Marzo, avrà impatto sulla vita di tutti nei seguenti modi. Il provvedimento si concentra sulla base del divieto di ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico. Chiave del provvedimento è dunque evitare il principio della “massa”. Difatti, questa è la controversia curiosa del Decreto: la quarantena, benché fortemente raccomandata, non è imposta in senso stretto. La circolazione in sé è consentita, per determinati motivi ed in determinate condizioni. Ad essere vietato, e quindi perseguibile, è recarsi in situazioni di assembramento, ovvero in quei luoghi dove è prevista o presente una folla numerosa, non potendo garantire così il rispetto delle norme sanitarie raccomandate (ad esempio la distanza di sicurezza). Insomma, vietato ammassarsi.

Per quanto riguarda gli spostamenti, la legge è chiara, ma lascia ampie zone di eccezione, che sicuramente verranno più precisamente calibrate a breve. L’art.1 infatti disciplina i seguenti comportamenti:
– nel comma a) recita:“Si invitano le persone ad evitare ogni spostamento in entrata ed uscita, nonché all’interno dei medesimi territori, salvo per gli spostamenti motivati da comprovate ragioni lavorative o situazioni di necessità, ovvero spostamenti per motivi di salute. E’ consentito il rientro presso domicilio, abitazione o residenza.”. Quindi NON E’ VERO quello che in molti ci segnalano, ovvero che solo gli spostamenti fra paesi vicini richiedono l’autodichiarazione. Legalmente l’Autodichiarazione è necessaria per gli spostamenti anche nel proprio comune di residenza, mentre fra comuni limitrofi il decreto lascia spazio di marginalità sulle modalità di ingresso in un paese. Decide il comune insomma, se mettere agenti e posti di blocco agli ingressi delle città.
– nel comma b) invece si parla delle persone non totalmente in salute, dicendo:“Ai soggetti con sintomatologia da infezione respiratoria e febbre (maggiore di 37,5°C) è FORTEMENTE RACCOMANDATO di rimanere presso il proprio domicilio e limitare al massimo i contatti sociali, contattando il proprio medico curante.”
– infine, nel comma c) arriva la chiara imposizione della quarantena per i pazienti risultati positivi dove si parla di:“Divieto assoluto di mobilità dalla propria dimora o abitazione per i soggetti sottoposti a misura di quarantena, ovvero risultati positivi al Covid-19.” Per questi ultimi dunque decade OGNI motivo di uscita: no spesa, no lavoro, né con né senza mascherina.

Le domande che ci sono state poste sono state riguardo le attività commerciali, che seguono diverse linee guida a seconda del loro settore:
Ristoranti aperti? , ma solo a pranzo, come i bar, e si dovrebbero uniformare all’orario 06:00-18:00. Invece per l’asporto, la situazione non è contemplata nel decreto, quindi tendenzialmente si può ancora ordine cibo da asporto, a scanso di divieto del comune specifico.
Negozi generici aperti? , ma soltanto se il negoziante riesce a garantire il non assembramento di persone, e quindi le distanze stabilite per legge (1 metro). In caso di masse di persone potrebbero intervenire le forze dell’ordine.
Pub/Palestre/Discoteche/Sale giochi aperti? No, questi ambienti sono sconsigliati, in quanto più favorevoli ad assembramenti di gente.

Per il resto, il transito (anche se, ripetiamo, consigliato solo per vere necessità), è ancora consentito, purché non in gruppo. Il tutto ovviamente con autodichiarazione alla mano, scaricabile dal link —-> https://www.interno.gov.it/sites/default/files/allegati/modulo_autodichiarazione_10.3.2020.pdf

Concludiamo raccogliendo e riportando l’appello di molti sindaci in tutta Italia: anche in una situazione di legge in divenire ed apparentemente confusa a tratti, ci sentiamo di raccomandare le uscite al minimo necessario (ad es. fare la spesa o recarsi a lavoro o assistere familiari non autosufficienti) cercando di limitarsi ad una persona per gruppo familiare, la persona più giovane ed in salute.

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