Festival delle Culture 2022: prima edizione di culture altre, di accoglienza, di integrazione

Nahid Persson

L’AQUILA – Un nuovo format si delinea all’orizzonte della dimensione “accoglienza”.

E’ il FESTIVAL DELLE CULTURE, “progetto davvero sperimentale, partito sulla carta, sull’onda dell’entusiasmo e giunto a destinazione trasferendosi sulla realtà e sulle persone” afferma Federico Vittorini, L’Aquila Film Festival; un progetto ideato e realizzato da L’Aquila Film Festival – in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Umane, con il Centro Linguistico dell’università dell’Aquila, con diverse associazioni e con il Centro Culturale “Le Officine” di Fontecchio – e reso possibile grazie al finanzaimento messo a disposizione dal Ministero della Cultura attravewrso il Fondo Restart.

Questa prima edizione – si impegna dunque, ad offrire una prospettiva  interna di alcuni Paesi e le loro culture, raccontata da  cittadini stranieri ormai non solo inseritima facenti a pieno titolo parte della città.

Il FESTIVAL DELLE CULTURE andrà avanti dal 2 al 5 novembre offrendo alla cittadinanza diversi contesti culturali ed artistici a cominciare dall’APERICONCERTO, con sapori multietnici, che aprirà la kermesse e che offrirà scorci sulle migrazioni, sul Sud America, sull’Afghanistan, sulle seconde generazioni di migrantie sulla dolorosa questione delle donne in Iran.

I giorni di festival con le sue numerose proposte, saranno l’occasione per avvicinare “tante proposte diverse, dalla Musica al Cinema, passando per incontri, approfondimenti e cibo multi etnico, con i singoli contributi delle tante Culture che sono a L’Aquila e delle quali, a volte, nemmeno si conosce l’esistenza” afferma Patrizia Passi dell’Aquila Film Festival.

“Cooperazione e messa a disposizione di ciascuno delle sue capacità e conoscenze ha permesso di realizzare, con poco, qualcosa di rilevante per dei ragazzi che arrivano in Italia e si ritrovano senza punti di riferimento, pur manifestando il desiderio di integrarsi nella comunità ed essere coinvolti al suo interno” è la dichiarazione di Filippo Giuseppe Grimaldi dottorando DSU Univaq, formatore nel progetto, a cui fa eco Francesco Paolucci, formatore, che ha colto negli occhi degli stranieri insieme ad “un bagaglio di esperienze incredibili e a uno sguardo differente sul mondo, l’utopia e il coraggio di andare avanti. Si è costituito così un gruppo affiatato che ha dato vita ad un piccolo laboratorio audiovisivo per cercare mettere in luce il valore che  porta con sé chi arriva in Italia dopo mille peripezie“.

Il gruppo ha operato grazie al contributo di Ornella Calvarese del Centro Linguistico Univaq e di Filippo Giuseppe Grimaldi, dottorando del DSU, con un prezioso laboratorio ad opera del regista Francesco Paolucci ed anche con l’intervento speciale del regista Daniele Gaglianone, finalizzato a consentirne l’inserimento nello staff operativo.

Il risultato è stata la costituzione dell’Orchestra Policulturale di Piazza Palazzo che, nell’Apericoncerto di mercoledì 2 novembre, si occuperà della parte musicale: è costituita da nove elementi di nazionalità diverse: Asaref Howladir (Bangladesh, vocalist e ballerino), Bruno Morello (Argentina, chitarra e voce), Alain Jackson Bizimana (Burundi, basso e piano), Armando Rotilio (Italia, percussioni), Karaba Coulibali (Burkina Faso, Kora e percussioni), Emanuele Castellano (Italia, pianoforte), Sebastian Alvarez (Perù, percussioni), Tayyab Aziz (Pakistan, voce), Fabrizio De Melis (Italia, violino, chitarra e armonica) che, con la loro musica, apriranno le danze del Festival; è costituita da nove elementi di nazionalità diverse: Asaref Howladir (Bangladesh, vocalist e ballerino), Bruno Morello (Argentina, chitarra e voce), Alain Jackson Bizimana (Burundi, basso e piano), Armando Rotilio (Italia, percussioni), Karaba Coulibali (Burkina Faso, Kora e percussioni), Emanuele Castellano (Italia, pianoforte), Sebastian Alvarez (Perù, percussioni), Tayyab Aziz (Pakistan, voce), Fabrizio De Melis (Italia, violino, chitarra e armonica) mentre del catering si occuperanno i ragazzi della Comunità 24 Luglio.

Nella stessa sera verrà poi proiettato il docufilm FENEEN di Giulia Rosco che sarà presente insieme ai produttori Jennifer Caodaglio e Frank Sativa, incontrando gli artisti dell’orchestra.

Per giovedì  3 novembre, ancora la visione di un docufilm I SENZA NOME del regista aquilano Francesco Paolucci che spiega “storia dolorosa del cimitero di Lampedusa dove sono sepolti, senza identità, insieme agli abitanti dell’isola, anche i migranti morti nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere l’Europa”.

E ancora, l’inaugurazione di una mostra fotografica, dall’omonimo titolo di Andrea Mancini, i cui scatti sono stati elaborati con l’intervento artistico di Valentina Equizi, che completa il racconto del documentario. Chiuderà la serata, l’artista interdisciplinare e regista Sebastian Alvarez, peruviano; a lui il compito di proiettare le sue opere e raccontare non solo le diverse umanità di Brasilia ma anche immensa voragine delle miniere di Cerro de Pasco in Perù.

La sera di venerdì 4 novembre, KAWSAR ABULFAZIL, Afghanistan e ADRIANA CAROLINA PINATE, Venezuela, racconteranno i due volti dei loro Paesi, i problemi e le crisi ma anche il forte senso di Umanità presente. Le due donne sono state scelte per dare vita alle due Dame della Perdonanza Celestiniana 2022.

La proiezione di BANGLA, commedia brillante sulla condizione degli immigrati di seconda generazione, del regista e protagonista Phaim Bhuiyan, allieterà la serata di sabato 5 novembre. Vi si affronta la dicotomia in cui si dibattono, sempre sospesi tra la cultura di origine e quella del Paese in cui sono cresciuti.

In chiusura verrà affrontato il  tema dei diritti delle donne in Iran, in queste settimane di drammatica attualità; sarà il documentario Be my voice di Nahid Persson la condizione di violenza e sofferenza in cui vivono le donne iraniane e, per dare più forza alle immagini,   interverranno gli esponenti della Comunità iraniana dell’Aquila, tra i quali il dott. Homayoun Effati e l’Avv. Daniela De Nuntis.

E’ la docente del Centro Linguistico Univaq, Ornella Calvarese a tirare le somme di questa singolare quanto costruttiva esperienza: ”Originalità assoluta è la peculiare caratteristica di questa 1^ edizione del Festival delle Culture che Incontri casuali, amicizie improvvise, intuizioni di chi organizza migrando da una location all’altra, dall’Auditorium al Palazzetto, dal CAI alla terrazza di un bar per raccontare la gente che attraversa oceani e deserti, città e campagne alla scoperta del mondo o in cerca di un futuro migliore. Un festival che lascia alla politica la vuota retorica legata alla migrazione e che, invece, fa del migrare una risorsa, che intreccia, lega, assembla, diventa ponte e poi piazza”.

INFORMAZIONI

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