Il leone fuggito dal circo a Ladispoli diventa un libro con la prefazione di Vittorio Sgarbi. Verrà presentato per la prima volta in Abruzzo a Capistrello

CAPISTRELLO – È uscito il 12 aprile scorso in tutte le librerie e sulle principali piattaforme online, “Il Leone di Ladispoli”, il libro sugli avvincenti avvenimenti accaduti nella notte dell’11 novembre 2023 nella cittadina laziale.

Un’operazione verità, con un racconto di fatti inediti ed avvincenti, messa in opera dalla scrittrice genovese Davia Bondanza, che cela, però, diverse chiavi di lettura, sociologiche e psicologiche. Grazie, inoltre, al contributo di autorevoli esponenti del mondo delle associazioni animaliste, il libro è destinato ad aprire finalmente un reale dibattito sulla presenza degli animali nei circhi, incredibilmente costretti ancora oggi ad esibirsi in ambito circense.

“Se tutto fosse andato come speravo, il colpo sarebbe entrato. Il leone, senza farsi attendere oltre, fece per alzarsi in piedi. Senza alcuna esitazione, sparai”, questo è solo un frammento dell’approfondita intervista, contenuta nel volume e rilasciata alla scrittrice dall’uomo che, da solo con un’azione rocambolesca, riuscì ad “addormentare” il leone scappato dal circo: il dott. Raffaele Bisegna, 38 anni, originario di Capistrello e tecnico specializzato in telenarcosi veterinaria.

Fu proprio lui, in quel freddo pomeriggio di novembre quasi senz’anima, a far partire il colpo decisivo, che riuscì a sedare Kimba – questo il nome dell’animale – e a permettere di portalo al sicuro e in salvo. Il libro verrà presentato, per la prima volta in Abruzzo, a Capistrello(AQ) il prossimo 25 maggio.

“Sono entusiasta di presentare la mia opera, per la prima volta, nella terra natia di Raffaele Bisegna, la persona che, col suo contributo essenziale, aiutò a sciogliere i nodi intricatissimi di una situazione pericolosa e quasi paradossale, dimostrando un raro senso del dovere. – afferma l’autrice – Kimba è diventato il simbolo di un’idea nuova e vecchia allo stesso tempo: da un lato, la ricerca incessante e disperata della libertà e, dall’altro, la necessità di riformulare vecchi usi e costumi della nostra società. Ho scelto

Capistrello proprio per rendere omaggio al coraggio di Raffaele e per poter condividere questa storia con la sua comunità”.

Ed è stato proprio il critico d’arte Vittorio Sgarbi, noto personaggio televisivo, opinionista e politico, nella sua eccezionale prefazione, ad intrecciare sapientemente quei fatti di cronaca con la straordinarietà simbolica della figura del leone. Il libro, infatti, si apre con le parole di Sgarbi, che sceglie di riportare “in vita” la raccolta medievale di bibliografie agiografiche di Jacopo da Varazze, compilata nella seconda metà del 1200. Tra quelle pagine, viene narrata l’impresa di San Girolamo che, piuttosto che scappare, decise di accogliere il leone ferito nel suo monastero, per curarne le ferite ed alleviarne le sofferenze.