Il mistero sul dipinto delle Sorelle Nurzia 

L’AQUILA – Coraggio, audacia e grandissime abilità artigianali. Di questo si armò Gennaro Nurzia quando, a cavallo tra 1700 e 1800, partì alla volta della città dell’Aquila, lasciandosi alle spalle la sua Arischia, graziosissimo paesino ai piedi del Gran Sasso, lì dove le tradizioni hanno ancora un sapore antichissimo. Lo spirito d’iniziativa di Gennaro non aveva confini e a poco a poco la sua attività si allargò verso quella della produzione dolciaria, dando così vita ai ‘prodotti Nurzia’, la cui fama ha valicato i confini della nazione”. 

Con queste esaustive parole, provenienti dall’azienda Sorelle Nurzia, racchiudiamo in breve il significativo viaggio della tradizione dolciaria abruzzese dove, i profumi delle mandorle, del miele e del cioccolato, usati con estrema abilità, si impregnano su di un dipinto misterioso e al contempo di forte richiamo identificativo sia per il caseificio dolciario che per la tradizione “velata” da una particolare visione. 

Ebbene, osservando con cura il dipinto delle Sorelle Nurzia – che appare su tutte le confezioni dei loro prodotti dolciari – leggiadria ed eleganza ci inducono ad una contemplazione distensiva, armonica, antica e superba per la rappresentazione pittorica. 

Le due donne, di esemplare bellezza descrittiva, con grazia conquistano la scena mostrandosi ‘sorelle’ per la similitudine trasmessa dai loro morbidi tratti somatici. 

Le vesti, leggere e vaporose, sembrano danzare nell’aria fresca con una musicalità paragonabile ad un’arpa suonata in primavera, quasi come fosse una sorta di risveglio dall’inverno e, con del profumo intenso dato dalla ghirlanda di rose, che la fanciulla a destra eleva al cielo, ne accolgono l’odore, forgiandone la fantasiosa idea di ‘Muse della primavera’.

Tuttavia, questa visione così ben rappresentata da un nobile pensiero artistico, cela un grande mistero, un arcano che, soggiornando con “prepotenza” sulla mia personale consapevolezza del non sapere, mi ha indotto in una motivante argomentazione d’analisi sull’identità dell’autore che appare sconosciuta.

Pertanto, chiedendo la gentile collaborazione allo Staff delle Sorelle Nurzia, con molta chiarezza, hanno precisato che l’immagine delle due donne essendo presente nei loro archivi da tempo immemore, non gli è stato mai possibile risalire all’autore del dipinto. 

Di conseguenza, dopo aver ricevuto la loro professionale e fedele conferma sulla celata identità dell’artista – che d’altro canto non viene citato nella loro produzione dolciaria – ho voluto approfondirne l’analisi, valutandone l’elaborazione tecnica legata alla metodologia dei tratti e al particolare modello delle figurazioni femminili, giungendo alla conclusione opinabile che questo dipinto possa appartenere all’artista francese preraffaellita Édouard Louis Félix Bisson, il quale, rappresentando le donne in pose oniriche e raffinate, può aver inconsapevolmente conquistato l’Abruzzo con una sua immagine divulgandone, superlativamente, un grande marchio sulla nostra tradizione. 

Sul lato opposto della confezione del torrone “Sorelle Nurzia”, troviamo benanche il dipinto “L’Aquila” di Teofilo Patini, suscitando del buon patriottismo che, tra la magistrale pittura e la dolcezza connubiale della produzione dolciaria, può vantare con notorietà la nostra regione.

“L’Aquila” di Teofilo Patini

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