In libreria “La benda al cuore”, romanzo di Gerlardo Fabio Sorrentino: a ottanta anni dall’armistizio un romanzo storico ammantato di ”giallo”

Il settembre del 1943 è per la storia dell’Italia una data che non passa certo dimenticata. L’Italia, entrata in guerra accanto all’alleato nazista è al tracollo, la guerra ormai è persa e non resta che la resa; firmato l’armistizio con gli americani a Cassibile il 3 settembre, tutto ciò che ne conseguirà, sarà operativo dall’8 dello stesso mese.

E’ in questo clima di confusione e sbandamento che si impernia la misteriosa morte del Maresciallo Ugo Cavallero, personaggio chiave del romanzo LA BENDA AL CUORE di Gerlando Fabio Sorrentino, edito da PAV Edizioni.

L’autore affronta e contestualmente ricostruisce, a ottanta anni da quei drammatici fatti,  la tumultuosa transizione dell’Italia dalla Caduta del fascismo al lento e sanguinoso cammino verso la democrazia e gli ultimi giorni del Maresciallo Cavallero, enigmatico capo di stato maggiore generale delle Forze Armate Italiane durante la Seconda Guerra Mondiale, trovato morto nel settembre 1943 in circostanze misteriose.

Con uno stile giornalistico, accurato e profondo nelle analisi, l’autore rappresenta i terribili accadimenti di quei mesi: dallo sbandamento dell’esercito italiano, alla reazione violenta dei tedeschi, dai bombardamenti alleati alle atrocità naziste, dalla confusione politica al dramma di un popolo preso tra due fuochi e l’Italia tagliata in due dalla linea Gustav dove infuriarono i combattimenti tra gli alleati americani che risalivano la penisola e i tedeschi che battevano in ritirata; quale fu il ruolo di Cavallero in questi tragici eventi che, stante la schizofrenica situazione italiana, sembra essersi mosso al suo interno come figura chiave? Di certo, Cavallero esprime  il simbolo dei tormenti, delle divisioni e delle complessità di un’epoca.

Il clima che si respirava in quei giorni è ben reso da Sorrentino che riesce a fare di una cronaca un romanzo,  in cui la Storia si interseca con le storie, in cui la cronaca degli eventi è connotata dall’animo e dal sentimenti dei protagonisti, in cui il clima di paura, tradimento e incertezza è il sottofondo delle dinamiche umane, politiche e militari del momento.

La figura di Cavallero, ben oltre il suo ruolo militare, si pone all’attenzione anche dell’industria italiana, all’interno della quale assume compiti di guida presso Pirelli e Ansaldo. Di certo, non era un insignificante burocrate.

Laureato, poliglotta e dotato di un’intelligenza brillante, la sua morte rimane uno dei grandi misteri della storia italiana del ventesimo secolo; un uomo dalla personalità forte e complessa, enigmatica, profondamente legato ai valori patrii e a quelli della tradizione che non passava inosservato e che, come qualche altro suo analogo personaggio, basti pensare a Enrico Mattei, era perciò ammirato, ma parimenti avversato, dai contemporanei.

Le cause della sua morte hanno sollevato inquietanti interrogativi: si trattò di un suicidio oppure di un omicidio ordito dai tedeschi o dai fascisti? Attraverso il racconto degli ultimi tre giorni di vita, Sorrentino disegna gli eventi che portarono alla sua tragica scomparsa.

Non si faccia però l’errore di considerare il romanzo solo la storia della morte di Cavallero; vi si trovano, narrate con precisione chirurgica, la grande confusione che regnò in Italia all’indomani dell’8 settembre, le atrocità e le deportazioni messe in atto dai tedeschi in ritirata ma anche le distruzioni e le violenze degli americani che incalzavano le truppe tedesche

Oggi che viviamo analogamente, un’ epoca di sussulti politici e sociali che coinvolgono non solo l’Italia, l’opera di Sorrentino conquista un valore ancora più profondo, ponendo in rilievo le profonde e mai sanate cicatrici lasciate dal conflitto e  la fragilità delle democrazie  invitando a riflettere sulle lezioni non apprese e sulle tragiche ripercussioni delle guerre passate e presenti.

In questo quadro, LA BENDA AL CUORE si propone come un testo indispensabile per tutti coloro che vogliono approfondire o riscoprire un periodo cruciale della storia italiana, sottolineando l’importanza della memoria collettiva e dell’analisi critica degli eventi passati, soprattutto in occasione dell’ottantesimo anniversario del fatidico settembre ’43.

GERLANDO FABIO SORRENTINO

Originario di Agrigento ma abruzzese d’adozione, ha consolidato la sua presenza nel panorama letterario italiano, con LA BENDA AL CUORE suo terzo romanzo, una carriera variegata che spazia dal romanzo alla poesia. Ha ricevuto significativi riconoscimenti, una per tutti la segnalazione su Venerdì di Repubblica da parte del giornalista Corrado Augias. Sorrentino, che alla meticolosità della ricerca storica unisce l’analisi psicologica, continua il suo percorso di esplorazione dei meandri più oscuri della storia italiana, offrendo un’opera matura e articolata e trovando in “La Benda al Cuore” uno dei suoi apici espressivi. I precedenti romanzi sono LE ULTIME VOCI (Porto Seguro Editore) e LUNA FRITTA (Fermento Editore).