La crisi energetica fa rialzare la… temperatura sulla questione gasdotto e centrale di compressione di Sulmona

I Comitati dei Cittadini e i No Hub Gas tornano all’attacco del progetto della Snam

SULMONA – Si rialza la temperatura dello scontro attorno al progetto della Snam del gasdotto e della centrale di compressione che dovrebbe sorgere a Sulmona.

Una vicenda lunga anni, che sta attraversando aule di giustizia d ogni genere, e che oggi torna di grande attualità a causa della crisi energetica apertasi con la guerra dell’Ucraina.

Il Governo, infatti, vorrebbe accelerare sulla realizzazione di alcune infrastrutture per la produzione di energia, e fra queste anche il metanodotto adriatico con il gasdotto Foligno-Sulmona e la relativa centrale di compressione.

E, di conseguenza, tornano sul piede di guerra, è proprio il caso, “I Comitati dei Cittadini” e i “No Hub Gas” che da anni si oppongono a questo progetto.

Opposizioni basate su studi e analisi che dimostrerebbero,a loro dire, come questo impianto sarebbe costoso, improduttivo e con delle forti criticità a livello di sicurezza.

Ma questa settimana c’è un doppio appuntamento sul metanodotto e sulla centrale di compressione.

Per mercoledì 11 maggio, infatti la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha convocato la riunione per decidere il via libera al gasdotto Sulmona – Foligno e per giovedì 12 il Tar del Lazio ha fissato l’udienza sul ricorso presentato contro la concessione dell’Aia per l’attivazione della centrale.

In settimana previsti due incontri del Governo su gasdotto e centrale e a breve anche un’udienza al Tar Lazio

Gianfranco Di Piero, Sindaco di Sulmona

Premesso che davanti al Tar ci sarebbe l’ipotesi di un rinvio causato dall’impossibilità, causa danni al sistema informatico, di presenziare da parte del Ministero della Transizione Ecologica, resta aperta la questione degli incontri sul gasdotto.

«Il sindaco di Sulmona Gianfranco Di Piero – dice una nota dei Comitati e dei No Hub – ha tempestivamente chiesto il rinvio della riunione sul metanodotto indetta dal Governo.

Si tratta, a nostro parere, di un’iniziativa quanto mai giusta ed opportuna in quanto manca ancora il fondamentale studio sul rischio sismico commissionato dal Ministero dello Sviluppo Economico all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Il Sindaco ha anche invitato gli altri enti pubblici coinvolti nel procedimento autorizzativo (oltre 50), a fare altrettanto.

Il Sindaco di Sulmona Di Piero pronto a dichiarare illegittime le conclusioni governative se saranno prese in assenza di tutti gli studi e analisi necessarie

E bene ha fatto il Comune a preannunciare che, qualora la riunione dovesse tenersi ugualmente e dovessero essere assunte delle decisioni, queste ultime, in assenza dello studio dell’INGV, saranno considerate illegittime.

Ci auguriamo – prosegue la nota degli oppositori all’impianto – che anche le Regioni, le Province e i Comuni interessati assumano la stessa ferma posizione del Comune di Sulmona e che anche i parlamentari del territorio si attivino per ottenere il rinvio.

Altra importante ragione per il rinvio è proprio il motivo invocato dall’Avvocatura dello Stato in merito all’udienza del Tar Lazio.

Se i documenti del MITE non sono disponibili per la centrale, come possono essere disponibili per il metanodotto, procedimento sicuramente più complesso del primo?

Intendiamo ribadire ancora una volta – prosegue la nota – che il metanodotto Linea Adriatica (425 chilometri per un costo complessivo che supera il miliardo e 500 milioni di euro) è un’opera, oltre che dannosa, totalmente inutile tanto che, perfino l’ENI e l’Anigas (l’associazione di Confindustria delle aziende distributrici del gas), hanno espresso il loro dissenso sulla sua realizzazione.

Il massimo consumo di gas in Italia si è avuto nel 2005 con oltre 86 miliardi di metri cubi.

Per molti, alcune aziende energetiche comprese, questo impianto sarebbe tanto inutile quanto costoso

Da allora ad oggi le infrastrutture interne (gasdotti, centrali e stoccaggi) sono state ulteriormente potenziate, al punto che esse potrebbero assicurare il trasporto e la distribuzione di almeno ben 115 miliardi di mc.

Gli attuali consumi non superano i 76 miliardi di mc. l’anno e la stessa Snam prevede che essi scenderanno a 62 miliardi entro il 2030.

La conclusione è che l’Italia ha una capacità di trasporto superiore ai consumi interni.

Per Comitati dei Cittadini e Hub No Gas sarebbe ora che l’Italia iniziasse una vera politica energetica basata sulle fonti rinnovabili

Casomai dovremmo cominciare un’azione di dismissione e ad attuare una rapida svolta verso le rinnovabili – concludono I Comitati dei Cittadini e I No Hub Gas – anche per recuperare quel tempo perso negli anni precedenti e che oggi ci avrebbe consentito di assorbire in gran parte lo shock energetico per la mancanza del gas russo.

Ma Governo e Snam insistono nella folle scelta di sperperare denaro e manomettere il territorio.

Tanto a pagare sarà sempre Pantalone, cioè i cittadini italiani attraverso le sempre più esorbitanti bollette energetiche».

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