Medici dell’Esercito nei Comuni dell’area Pnalm. Fedele (M5S): “Manifesto del fallimento Marsilio, ma la Asl1 fugge dalle proprie responsabilità”

AVEZZANO – Medici dell’Esercito richiesti per tamponare l’emergenza assistenza sanitaria di continuità, guardie mediche e ambulanza 118 medicalizzata, nei comuni dell’area del Parco Nazionale d’Abruzzo, interviene il consigliere regionale Giorgio Fedele che sottolinea il fallimento della politica sanitaria di Marsilio, ma punta il dito anche contro la dirigenza della Asl1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila.

“L’ennesima riprova della fallimentare gestione della Sanità nella provincia dell’Aquila è rappresentata da quanto sta accadendo in queste settimane nell’Alto Sangro dove nei Comuni di Pescasseroli, Pescocostanzo, Opi, Villetta Barrea, Civitella Alfedena e Barrea manca il servizio del 118 con ambulanza medicalizzata, il servizio di continuità assistenziale (cioè la guardia medica) ed i servizi sanitari dedicati alla popolazione residente non sono minimamente all’altezza delle esigenze espresse.

È di queste ore la notizia dell’intenzione, da parte della Direzione Strategica della Asl1 guidata dal Direttore Ferdinando Romano, di chiedere l’intervento dell’Esercito per fare fronte a queste mancanze.

Il corpo militare agisce laddove si presenta una situazione emergenziale oggettiva, imprevedibile e inaffrontabile con i mezzi ordinari e pertanto si deve ricorrere a quelli straordinari come, appunto, l’Esercito.

La più palese e inequivocabile ammissione di fallimento, di incapacità nel risolvere i problemi e di assenza di dialogo con i cittadini che vivono i territori. Il governo Marsilio – dice Fedele – ha prodotto questo: instabilità, incertezza e discriminazione.

La richiesta fatta dal Direttore Romano è per i prossimi tre mesi, lasso di tempo che non è minimamente sufficiente a risolvere alcun tipo di criticità né a ripristinare l’ordine dei servizi ad oggi mancante.

Novanta giorni che, però, servono a scavallare l’election day del 10 marzo, quello per il rinnovo del Consiglio regionale, termine scelto non a caso per deresponsabilizzarsi totalmente da qualsiasi altra iniziativa.

La programmazione va fatta a monte e non a valle di una legislatura regionale. Hanno avuto a disposizione cinque anni per affrontare il problema che oggi si è presentato nell’Alto Sangro e invece hanno seminato solo caos e disparità di trattamento tra i territori.

Francesco Marrelli

Sono allineato alle preoccupazioni di Francesco Marrelli, Segretario Generale CGIl nella provincia dell’Aquila – prosegue il consigliere regionale pentastellato della Marsica -, e dalle migliaia di cittadini che negli anni hanno espresso il disappunto su quanto sta accadendo.

Non è ammissibile che si parli in termini emergenziali e del supporto dell’Esercito in un’area come quella dell’Alto Sangro, dove il turismo riveste un ruolo centrale nell’economia del territorio e dove le bellezze paesaggistiche sono tra le più celebrate dell’intera provincia aquilana.

Un intervento di questo genere, oltre che essere offensivo verso i residenti che pagano le tasse perché la Asl1 dia loro garanzie e servizi e non il contrario, è altresì un pesante macigno sul flusso turistico che si riversa in zona.

Ciò verrebbe inevitabilmente visto nell’ottica di un’area poco sicura, senza servizi minimi assistenziali e quindi non in grado di rispondere a urgenze sanitarie che potrebbero verificarsi in qualsiasi momento.

L’ultima protesta sulla sanità a Pescasseroli

In cinque anni l’amministrazione Marsilio, per mezzo dell’Assessore alla Sanità Verì, ha creato disuguaglianze e discriminazioni, gestendo la Asl1 come mezzo di potere per i propri giochi politici.

Nelle scorse settimane ho espresso la mia vicinanza ai residenti dell’Alto Sangro, facendo mie le loro istanze e dando voce alle loro preoccupazioni.

Il primo febbraio sarò sotto la Direzione Generale della Asl1 all’Aquila – conclude Giorgio Fedele -, al loro fianco a manifestare il mio disappunto per quanto sta accadendo che è vergognoso e inaccettabile. Basta mortificazioni verso il nostro territorio e basta a essere trattati come cittadini di serie B”.