Omicidio di Giulia Cecchettin. Profeta: “Troppa indifferenza di fronte ad una situazione che degenera”

PESCARA – Un appello a cambiare le cose per vincere l’indifferenza e la mancanza di educazione nelle scuole, nelle famiglie e nella società nel suo complesso per avere la meglio sul fenomeno del femminicidio.

Questo il senso dell’intervento della Responsabile Famiglia di Fratelli d’Italia di Pescara, Carola Profeta, in merito alla terribile notizia dell’omicidio accertato della ventiduenne laureanda veneta, Giulia Cecchettin.

“Oggi un’altra giovane donna strappata alla vita perché aveva deciso, liberamente, di porre fine ad una relazione sentimentale. Oggi l’ennesima notizia che non avremmo voluto sentire, Giulia Cecchettin trovata morta.

Il suo ex era ossessivo: lo diceva Giulia, lo dicono le amiche, lo dice persino il padre di lui. Eppure Giulia esce con lui, da sola, per mangiare un panino insieme. Probabilmente una donna pensa sempre: ‘non mi farà mai del male’, ma ingenuamente e talvolta probabilmente spinta da una grande premura o da un inutile senso di colpa non riesce a captare i segnali.

Noi genitori dobbiamo educare i nostri figli al rispetto delle donne, ma dobbiamo anche insegnare alle nostre figlie la prudenza. Da mamma ho di nuovo il cuore spezzato. È una mattanza, neanche la mafia ha fatto così tanto scalpore in così poco tempo.

Ci si focalizza sul fatto che sia indispinsabile la certezza della pena: tutti i Governi di destra e di sinistra hanno varato norme nuove e sempre più stringenti, ma poi la Magistratura non le applica; a testimonianza di questa visione riporto il caso della donna bengalese che ha denunciato il marito: il Giudice lo ha assolto dicendo che faceva parte della loro cultura.

A ragion del vero si dice che bisogna prevenire con la cultura soprattutto nelle scuole: ci sono dei progetti educativi finalizzati al contrasto della violenza di genere molto validi e che talvolta, pur con dei finanziamenti, non vengono presi nemmeno in considerazione a favore di altri progetti discutibili e così il tempo passa e ci si adagia sul nulla quasi senza intervenire a gamba tesa su una situazione preoccupante e che merita di essere attenzionata da subito, anzi è già tardi, ma non è mai tardi per proteggere i nostri giovani da un futuro che non appare semplice.

Ormai le donne vittime di femminicidio ci lasciano indifferenti. Come tutte le altre brutte notizie, ci siamo abituati.

No io non mi abituerò mai, perché Giulia poteva essere mia figlia, mia nipote, mia sorella, mia amica. Sono vicina al dolore di papà Gino e alla sorella di Giulia, Elena”.