Padre e figlio arrestati dalla Mobile per spaccio di cocaina. Trovati circa diecimila euro in contanti, in parte nascosti in un pannolino per neonati

PESCARA – Gli agenti della Squadra Mobile di Pescara, ieri sera, hanno arrestato due uomini, di 49 e 24 anni, rispettivamente padre e figlio, per il possesso di droga ai fini di spaccio.

Gli investigatori hanno colto il genitore con 8 dosi di cocaina in tasca, dopo essere stato visto cederne un’altra ad un acquirente, all’interno della pizzeria risultata intestata alla moglie.

Gli uomini della Mobile, notato che il quarantanovenne era giunto poco prima direttamente da casa e ritenendo che proprio lì potesse essersi rifornito di narcotico, hanno proceduto a perquisire anche la sua abitazione.

Si tratta di un appartamento di edilizia popolare all’interno del quale è stato trovato anche suo figlio, lì ristretto agli arresti domiciliari e già arrestato la scorsa primavera, sempre dall’Antidroga della Mobile, poiché trovato in possesso di oltre 400 g. di cocaina e di un’importante somma di denaro contante.

Anche questa volta, il ragazzo è stato sorpreso con della sostanza stupefacente dello stesso tipo, in parte già divisa in dosi ed in parte “in pietra”, ancora da tagliare. Complessivamente sono stati sequestrati oltre 80 g. di cocaina.

Trovati anche denaro contante, suddiviso in banconote di vario taglio, per una somma complessiva di 9.690 euro, di cui 3.000 occultati in un armadio e gli altri 6.690,00 in un pannolino per neonati che il giovane aveva con sé al momento dell’ingresso in casa degli investigatori.

Denaro che per gli investigatori sarebbe direttamente connesso all’attività di spaccio, visto che gli indagati non risultano svolgere attività lavorativa, né percepire altri redditi idonei a giustificare non solo la suddetta somma, ma anche la riscontrata disponibilità di alcuni veicoli, tra cui due SUV di noti marchi.

Pertanto, il denaro rinvenuto è stato sequestrato affinché non potesse essere ulteriormente impiegato in attività illecite e gli arrestati condotti in carcere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

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