“Quota Mille” a Castelvecchio Calvisio, il borgo fortificato

Castelvecchio Calvisio (L’Aquila)1045metri sul livello del mare, sorge tra le montagne del Gran Sasso e la Valle del Tirino; situato nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga ne costituisce di fatto una delle porte di accesso meridionali.

Le telecamere Rai con Sem Cipriani, hanno raggiunto questo borgo insieme alloscrittore Peppe Millanta per la rubrica a cura di Paolo Pacitti,“Quota Mille”: le sue origini sono difficili da ricostruire ma si pensa che risalga all’antica Calvisia, città di origine romana; l’odierno centro abitato fu edificato durante il periodo feudale, quando i piccoli agglomerati della zona circostante per motivi di sicurezza confluirono nello stesso luogo, adatto alla difesa ed al controllo del territorio.

Molte importanti famiglie si susseguirono al potere: questo fa comprendere l’importanza strategica del posto, vera porta d’accesso alla Piana di Campo Imperatore e alle sue preziose greggi. Come spiega Peppe Millanta “il borgo di Castelvecchio Calvisio è anche rinomato per una scoperta avvenuta negli anni ’90: qui è stata ritrovata la Adonis Vernalis, un fiore di cui si erano perse ormai le tracce da tempo in Italia e che molti ritenevano estinto. Prende il nome da Adone, il dio greco: secondo la leggenda alla sua morte Venere, innamorata pazza di lui, trasformò alcune gocce del suo sangue in questo fiore per continuare ad averlo vicino, ma appassì e Zeus per lenire il dolore di Venere permise ad Adone di venire via dall’Ade ogni anno per quattro mesi che è all’incirca il periodo di fioritura di questa pianta che è possibile ammirare qui da Aprile a Giugno”.

Castelvecchio Calvisio è una vera attrazione a cielo aperto: un esempio unico di impianto urbanistico giunto intatto fino ai giorni nostri, derivante da un raro caso di pianificazione medioevale. Ogni dettaglio architettonico qui è stato infatti studiato per massimizzare le possibilità di difesa e diversi sono i particolari che rivelano questo aspetto; inoltre la pianta del borgo traccia un’ellisse perfetta con due ingressi speculari e presenta delle strette stradine coperte da volte ed archi, con le caratteristiche case che si sviluppano su più livelli, raggiungibili grazie a ripide scale che poggiano su mensole dette “barbacani”.

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