Tempio Crematorio di Tagliacozzo. Anche “Fare Verde” dice “Niet”

TAGLIACOZZO – Il tempio crematorio non s’ha da fare. Lo afferma una nota di Fare Verde che ha espresso a sindaco e consiglieri comunali la più viva preoccupazione per la tipologia di impianto che dovrebbe sorgere nei pressi del cimitero di Tagliacozzo.

«I cittadini devono essere coinvolti nella scelta ad alto impatto ambientale». Le stesse identiche parole espresse, solo ieri, dalle opposizioni che siedono in Cconsiglio comunale. Un’altra voce che si aggiunge al coro dei contrari, la fotocopia dell’originale.  No, non si può assolutamente realizzare un tempio crematorio, così, come si afferma nella nota, «a ridosso di uno dei borghi più belli d’Italia». Meglio farlo in un paese brutto e scalcinato (n.d.r.)

Misure alla mano, secondo Fare Verde, il tempio di cremazione è posto a cento metri in linea d’aria dalle prime abitazioni del centro abitato e a circa ottocento metri dalla piazza dell’Obelisco. «Orografia e direzione dei venti – sostiene il comunicato – potrebbero esporre il borgo alle emissioni dell’impianto con effetti nefasti (sic!), oltre che potenzialmente per la salute delle persone, nonché per l’immagine turistica della città». Fare Verde rileva come anche impianti dotati delle migliori tecnologie, non sarebbero esenti da rischi. E cita disfunzioni tratte da internet su strutture simili realizzate a Cuneo e Messina. «Data l’esigua popolazione di Tagliacozzo – conclude la nota – e il conseguente ancor più ridotto fabbisogno di cremazione, si nutrono perplessità sulla necessità dell’opera, a meno che non si voglia realizzare un polo industriale della cremazione a servizio dell’intera regione e del vicino bacino di Roma». Massì, meglio andare a farsi… friggere da qualche altra parte.

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