Un Cioccolatino Storico. “Dolci risvegli”, la storia dei Maritozzi e del Bombolone alla crema

AVEZZANO- Buongiorno carissimi lettori ma soprattutto benvenuti al settimanale appuntamento con i racconti del Cioccolatino Storico. In questo nostro nuovo racconto, per addolcirvi il lunedì mattina, ci piacerebbe raccontarvi la storia di due prelibatezze che possiamo degustare in una delle tante pasticcerie delle città e dei paesi in cui viviamo: insomma, oggi vi racconteremo la storia dei Maritozzi e dei bomboloni alla crema.

Iniziamo con i Maritozzi! L’origine di questo prelibato dolce si perde tra le pagine dell’antica Roma: durante i convivi si era soliti offrire agli ospiti un pane arricchito con miele e frutta secca. Con il mutamento della società avvenuto anche grazie al cristianesimo, certe abitudini non sono poi così cambiate e questo dolce veniva offerto anche nelle tavole dei cristiani. Di solito, nel periodo quaresimale, anche il colore della pasta era più scuro segno penitenziale che invitava colui che mangiava nell’osservare i precetti della quaresima.

Maritozzi

Anzi, “ve diremo di più..(permetteteci questo breve slang romano)” durante questo tempo liturgico “Er Santo Maritozzo” era l’unico strappo alla regola. Il grande poeta romano Giuseppe Gioacchino Belli nel suo sonetto “Er Padre del li santi” (che dovete leggere, ovviamente) scrisse così:  “Zeppa e bbatocco, cavola e tturaccio,e mmaritozzo, e ccannella, e ppipino, e ssalame, e ssarciccia, e ssanguinaccio”.

Giuseppe Gioacchino Belli

Infine, per quanto concerne il nome “maritozzo” presumibilmente è legato ad una pratica assai romantica: il futuro marito regalava alla sua futura moglie questo squisito dolce. Fammi concludere, che mi sta venendo voglia si un maritozzo.

Il matrimonio tra Enrico II e Caterina De Medici

Ora passiamo alla storia del bombolone alla crema. Questo dolce ci mette sempre in soggezione e spesse volte siamo un po’ intimoriti nell’ordinarlo: non dobbiamo esser così, visto che è uno dei dolci più buoni in assoluto. Bando alle pance, ops alle cianche l’origine storica del bombolone – come per il cornetto, il cappuccino e il caffè – è da inserirsi nel cuore d’Europa, tra la Germania, l’Austria, l’Italia e parte dell’Est Europa. Il Krapfen, come si chiama in lingua teutonica, vanta diverse origini, tutte particolari e sono le seguenti:

  • L’origine nell’Antica Roma quando Marco Gavio Apicio (famoso chef dell’antichità) nel suo “De re coquinaria” presenta un dolce simile al Krapfen di nome “Aliter Dulcia”. Apicio, a tal proposito scrive: “In altro modo dolci: pepe, gherigli, miele, ruta e passito pesta, con latte e tracta cuoci. Cuoci il coagulo con poche uova, coperto di miele, sparso di pepe servi”. Vi sono delle sostanziali differenze con il Bombolone attuale, però la radice è quella;
  • L’origine basso medievale in Germania: qui, nelle comunità ebraiche si preparava lo “sufganiyah” un dolce tipico per festeggiare la festa di Chanukkah;
  • Altra origine  tra la Romania, l’Ungheria e l’antica Persia: nella Romania sotto la dominazione ottomana, molto in voga andava il “gogoașă” un dolce simile al Krapfen-bombolone. Viceversa, in Ungheria abbiamo la presenza del “fánk” un dolce che nientedimeno deriva da una pastella fritta molto consumata in area persiana-afgana.
I Bomboloni alla crema

In tutto ciò ci sorge una domanda: ma come è arrivato il Krapfen in Italia? Il dolce in questione si diffuse nella penisola italica successivamente all’arrivo degli Asburgo-Lorena presso il Granducato di Toscana per poi “propagarsi” in tutto lo Stivale.

Un Abbraccio Storico

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