Un Cioccolatino Storico. “Li occhi suoi belli quella intrata aperta”, storia di Santa Lucia Vergine e Martire

AVEZZANO- Un cordiale buon pomeriggio a tutti voi, carissimi lettori di Espressione24: quest’oggi, 13 dicembre, celebriamo la figura di Santa Lucia vergine e martire; una santa venerata letteralmente in tutto il mondo.

In foto: Processio delle vergini. Mosaico della navata della Basilica di Sant’Apollinare Nuovo (Ravenna) Lucia è la seconda a destra
(foto web)

Ma chi era questa giovane martire cristiana?

“Lucia dicitur a luce. Lux eniiu habct pulchriludiiicm in aspectione, quia, ut dicit Arabrosius, lucis natura haec cst, ut oinnis in aspectu ejus gratia sit”. Ovviamente non vi chiediamo di fare la classica versione di latino, però abbiamo deciso di porre le prime frasi della Leggenda Aurea di Jacopo da Varazze come inizio di questa nostra storia. Traducendo – sperando di aver fatto bene la versione- l’autore ci dà una descrizione sincera e veritiera di Lucia, la definisce così: “La luce del mondo ha la bellezza nel suo aspetto, perché, come dice Arabrosius, questa è la natura della luce, quindi c’è grazia nel suo aspetto”.

In foto: Affresco di Santa Lucia posto all’interno della chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Grazie (Rosciolo dei Marsi)
(Foto Americo Tangredi)

Lucia nacque alla fine del III secolo d.C. (la tradizione ci indica il 283 d.C.) da una notabile famiglia di Siracusa. Rimasta orfana alla tenera età di cinque anni, fu promessa in sposa ad un giovane pagano: Lucia era bella e faceva letteralmente gola ai rampolli della nobiltà siracusana. Ma un giorno successe un fatto assai drammatico sua madre Eutychia, da anni tremendamente malata, peggiorò.

Allora le due donne decisero, come ultimo atto, di recarsi nella città di Catania per chieder grazia a Sant’Agnese, e lo fecero nel giorno della memoria della santa (il 5 febbraio). Durante un momento di preghiera assai intensa, Agata disse a Lucia: “sorella mia, vergine consacrata a Dio, perché chiedi a me ciò che tu stessa puoi concedere? Infatti la tua fede ha giovato a tua madre ed ecco che è divenuta sana. E come per me è beneficata la città di Catania, così per te sarà onorata la città di Siracusa”.

In foto: La statua di Santa Lucia conservata presso la chiesa parrocchiale Santa Lucia (Magliano de’ Marsi)
(Foto Americo Tangredi)

Le parole che Agata gli confidò si avverarono, Lucia guarì sua madre e si consacrò completamente a Cristo, dedicando la sua vita ai più bisognosi della città. Ovviamente, questo stile di vita non andò bene al pretendente che, sentendosi deluso dal rifiuto della giovane la denunciò alle autorità. Da quel momento Lucia non era più la bella ragazza di Siracusa, bensì una criminale cristiana da condannare. L’agiografia del processo e del martirio ci riportano un prezioso e alquanto interessante dialogo tra la giovane e Pascasio il prefetto della città in cui la ragazza sembra davvero far fronte all’autorità. In certi tratti del dialogo si notano anche dei punti assai interessanti dal punto di vista storiografico, ovvero le accuse pagane – ovviamente nei confronti dei cristiani – di stregoneria e arti magiche.

In foto: Lorenzo Lotto, Santa Lucia davanti al giudice (1532)
(foto web)

Leggiamo in un passo degli Atti del Martirio di Lucia: “Pascasio, sempre più cieco dalla rabbia, le grida: “Quali sono le tue arti magiche?”. La Santa rispose: “Queste non sono arti magiche, ma è la potenza di Dio, il quale ha detto: «Cadranno mille alla tua sinistra e diecimila alla tua destra, ma nessuno arriverà ad avvicinarsi a te Misero Pascasio, a che ti affliggi? Perché impallidisci? Perché ti struggi di furore? Hai avuto già la prova che io sono tempio di Dio: credi ormai»”.

In foto: Le reliquie (Corpo) di Santa Lucia poste nella San Geremia (Venezia)
(foto web)

Dopo varie orrende torture Lucia venne pugnalata alla gola (in latino tale morte si chiama jugulatio), aveva all’incirca 24 anni (era il 304 d.C.).  Nel 1039 il generale bizantino Giorgio Maniace trafugò il corpo a Siracusa e lo portò a Costantinopoli come atto di omaggio all’imperatore: però, nel 1204 all’indomani della Quarta Crociata, i veneziani che avevano contribuito alla conquista di Bisanzio, trafugarono il corpo e lo portarono a Venezia dove oggi riposa all’interno della Chiesa di San Geremia.

In conclusione farò lo storico antipatico – passatemi l’uso della prima persona – è privo di fondamento l’episodio in cui alla martire Lucia gli avrebbero strappati gli occhi. Tale leggenda si diffuse intorno al XV, diciamo che è una equiparazione Lucia = Lux (luce).

Ma va bene lo stesso dai, e che Santa Lucia ci protegga sempre dandoci la grazia di Osservare sempre.

Un Abbraccio Storico

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