“Uscita di sicurezza”, lo spettacolo del Teatro dei Colori ispirato al libro di Ignazio Silone in scena ad Avezzano, Tagliacozzo e Celano

Una triplice replica per una performance teatrale che, per la personalità di cui parla e il tema che affronta, è particolarmente cara a chi, del territorio, ha in affettuosa considerazione i suoi figli e che è bene venga conosciuto anche dalle giovani generazioni affinché sappiano chi li ha preceduti e quali alti ideali albergavano in essi.

Il 14 marzo alle ore 11, presso il Teatro dei Marsi di Avezzano, il 15 marzo alle ore 10:30 a Tagliacozzo presso il Teatro Talia e infine, il 27 marzo alle ore 10:30 presso l’Auditorium E. Fermi a Celano gli studenti dei rispettivi istituti scolastici, potranno assistere, presentato dal Teatro dei Colori,  a USCITA DI SICUREZZA –  La pena del ritorno… ripensare il progresso; una serie di episodi ispirati al libro di Ignazio Silone dall’omonimo titolo.

Produzione di Gabriella Montuori, Gabriele Ciaccia ne è l’interprete, l’adattatore e il regista con la collaborazione di Valentina Ciaccia; Mauro Pace ha curato gli apparati storico iconografici e Boris Granieri si è occupato dell’audio e delle luci.

Lo spettacolo  – che è parte del Progetto  “Uomini e tempo” La storia, la scrittura, la memoria, in collaborazione con Comune di Pescina, il  Centro Studi Internazionale e Parco Letterario  “Ignazio Silone” – è un adattamento teatrale ispirato alle memorie politiche e personali che Ignazio Silone scrisse tra il 1942 e il 1962, pubblicate nel 1965 con il titolo USCITA DI SICUREZZA.

In questo periodo Silone, che era stato molto apprezzato all’estero ma scientemente nascosto in Italia per motivi ideologici e politici, riscuote con questo scritto il primo successo letterario italiano. Dall’infanzia fino all’alta maturità, Silone ripercorre la sua vita, costellando la narrazione di quelle osservazioni critiche, di quell’alta morale e di quella umanità che aveva maturato sin dal terremoto della Marsica, con la perdita dei suoi affetti più cari, con l’incontro di personalità illustri, con la scelta di un percorso politico che lo porterà ad aderire agli ideali comunisti fino alla sofferta e dolorosa ma coerente uscita dal partito.

Sono il concetto di uomo e di umanità a condurre Silone; le narrazioni incise negli avvenimenti del secolo delle ideologie, dei totalitarismi, degli eroismi, delle prigionie, delle opinioni, dei dissensi, dei materialismi, dei razionalismi, delle guerre, degli olocausti… delle vicine conoscenze della morte nel terremoto e nelle persecuzioni fasciste, fanno la Storia, costruendo come in un mosaico frammenti di tempo. E i sentimenti che imperversano nell’animo del Nostro, generano silenzi critici, dubbi esistenziali e strategie di fuga.

La messa in scena traduce la memoria in spettacolo; una memoria intima ma universale, una memoria di passaggi ideologici intrisa di visioni, dove l‘immagine è insieme retaggio di un linguaggio ma soprattutto stratificazione documentale.

La densità del percorso che le parole tracciano, vuole sostanziare nei vari livelli recitativi  il percorso interiore, ma anche la forza della condanna, dell’invettiva, del coraggio, della scelta in solitudine, dell’allontanamento da “sicurezze” per la nuova via della libertà. 

Professione di fede e senso di sofferta delusione. « Che mi rimane della lunga e triste avventura Una segreta affezione per alcuni uomini che vi ho conosciuti, e il gusto di cenere di una gioventù sciupata. La colpa iniziale fu certamente mia nel pretendere dalla azione politica qualcosa che essa non può dare. Anche la rivolta per impulso di libertà può dunque essere una trappola, mai peggiore però della rassegnazione. Ogni volta che ripenso a queste disgrazie a mente serena sento risalire dal fondo dell’anima l’amarezza di un’infelicità a cui forse m’era impossibile sfuggire»

Con questa intima e toccante chiosa, Silone anticipa e analizza freddamente e sentimentalmente  la tragedia  dello stalinismo, senza toni di autocelebrazione. Emerge la sua forza interiore e l’unicità di una scrittura insieme appassionata, forte e libera da ogni legame e preclusioni ideologiche, religiose e politiche.  

Lo spettacolo nasce da un complesso lavoro di sintesi e riscrittura dove rivivono, nel rispetto dell’impianto del racconto e dei flash-back, alcuni personaggi della contrada, della politica e del potere, dei grandi della storia del novecento, le fughe, le uscite di sicurezza, ma soprattutto il suo combattimento interiore, alla ricerca di una vera umanità.

Per la rassegna Teatro Ragazzi e Giovani, in collaborazione con i Comuni di Avezzano, Tagliacozzo, Celano; rapporti istituzionali con Ministero della Cultura e Regione Abruzzo, la partecipazione della Fondazione Carispaq, ideazione e coordinamento artistico del Teatro dei Colori.